Nonostante il perdurare di un contesto geopolitico profondamente incerto e di tassi di interesse elevati, i fatturati 2024 delle imprese italiane sono previsti in lieve crescita (+0,5% in termini reali, in uno scenario che si mantenga simile all’attuale) e migliorerebbero ulteriormente nel 2025 (+1,2%), in particolare per quanto riguarda mezzi di trasporto, sistema moda, elettromeccanica, costruzioni, che dovrebbero beneficiare dei cantieri infrastrutturali legati al PNRR, e comparto immobiliare, favorito dalla parziale discesa dei tassi e quindi dei mutui. (Teleborsa)
È quanto emerge dal Cerved Industry Forecast 2024-25, lo studio di Cerved che analizza, con dati aggiornati ad agosto, l’evoluzione dei ricavi delle imprese italiane nel prossimo biennio: i risultati sono fortemente differenziati a livello settoriale per le diverse esposizione agli shock – dalla fine degli incentivi al calo dei redditi disponibili, dai tassi di interesse alle tensioni geopolitiche – ma nel 2024 i servizi, in particolare quelli impattati dalla digitalizzazione o legati al turismo e alla ristorazione, continuano a trainare l’economia, mentre la produzione industriale e le esportazioni soffrono per la debolezza della domanda, sia interna che estera. Per quanto riguarda poi il profilo di rischio, le aziende in un’area di sicurezza e solvibilità sarebbero oltre la metà.
Il modello di previsione è stato costruito considerando l’andamento di variabili macroeconomiche e geo-settoriali, mentre l’evoluzione della congiuntura è stata sintetizzata in due possibili scenari: lo scenario base, quello più probabile, caratterizzato da una perdurante incertezza del contesto geopolitico mitigata però da una stabilizzazione della spinta inflazionistica, da un impulso positivo dei fondi pubblici del PNRR destinati alle infrastrutture e da un lieve allentamento della politica restrittiva della BCE; e lo scenario peggiore, in cui si osserverebbero un’escalation del conflitto, la ripresa della spinta inflazionistica e il permanere della politica restrittiva delle autorità monetarie, con ulteriore effetto depressivo su investimenti e consumi.
Al contrario, i beni di Largo consumo (+2,81%), alimentari e per la cura della persona e della casa, strutturalmente meno ciclici, riportano ancora un andamento in crescita e anche la logistica e i trasporti (+3,74%) continuano a presentare risultati positivi grazie alla crescita strutturale delle vendite on line. Le migliori performance però riguardano i servizi non finanziari (+11,37%), in particolare quelli impattati dalla digitalizzazione o legati al turismo e alla ristorazione. Nello scenario più pessimistico, invece, si assisterebbe addirittura a una contrazione dello 0,4% dei fatturati 2025 rispetto al 2022, ipotizzando un utilizzo non ottimale dei fondi del PNRR che freni ulteriormente le costruzioni e una ripresa dell’inflazione che riduca i consumi delle famiglie.