Dopo il boom di richieste che aveva portato a un’esplosione dei prezzi sul mercato dell’usato, sembra che stia tornando un po’ di calma in un settore che, nel 2023, era cresciuto dell’8,6% rispetto all’anno precedente, con oltre 5 milioni di trasferimenti di proprietà e con il diesel a farla da padrone con con il 47,5%. Secondo posto per le auto a benzina con il 39% e terze le ibride al 5,4%. Fuori dal podio Gpl al 4,5 e metano al 2,4%, mentre il mercato delle elettrificate aveva visto le ibride – incluse le plug-in – allo 0,6% mentre le full electric sono state il fanalino di coda con lo 0,5%. (Corriere della Sera)
Da una recente ricerca di AutoScout24 che, attraverso l’Indice AGPI, misura i prezzi delle auto usate in vendita sul portale, nel secondo trimestre del 2024 il valore medio registrato è di 21.650€, in calo dell’1,9% rispetto al trimestre precedente e del 4,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Se invece si guarda l
’andamento dei prezzi da inizio anno a giugno il valore è sceso del 2,5%: insomma i prezzi sembrano essere più vantaggiosi dopo, forse, gli eccessi riscontrati in precedenza e sia i privati che i concessionari stanno un po’ riassestando le richieste. Ma quali sono le tipologie di auto più vantaggiose?
Innanzitutto, così come tra le auto nuove si registra un forte interesse – confermato dalle immatricolazioni – per le auto ibride, anche nell’usato quest’ultime risultano le più richieste, con la conseguenza di essere quelle che hanno avuto, se si prendono in esame gli ultimi 5 anni, il calo più basso. Tra aprile e giugno il prezzo medio di un’auto usata ibrida è sì risultato in calo del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2023, ma se si guarda l’andamento dall’inizio dell’anno, il 2024 sta vedendo un +2% dei valori medi che si sono assestati a giungo su 33.840€. Per fare un affare quindi bisogna migrare su una 100% elettrica: qui il calo, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è molto consistente, ovvero del 10,8%, pari ad un prezzo medio di 28.980 €, una spirale di discesa confermata anche se si prendono in considerazione i primi 6 mesi dell’anno in corso, con un calo del 7%.
