I disavanzi fiscali dell’Italia sono molto più elevati rispetto al periodo pre-Covid e, con le crescenti pressioni di spesa latenti, il debito pubblico e le esigenze di finanziamento promettono di rimanere molto alti. (Sole 24 Ore)
Per questo, la maggior parte dei membri dell’Executive Board del Fondo Monetario Internazionale ritiene “urgente un aggiustamento fiscale forte e tempestivo” e vede la attuale favorevole posizione ciclica dell’economia come un’opportunità per ottenere un avanzo primario del 3% del Pil, revocando le misure per ammortizzare gli shock passati, riducendo le politiche fiscali inefficaci e risparmiando sulla sovraperformane fiscale.
Questo è quanto si legge nelle conclusioni finali sull’Italia ex articolo 4 che confermano in larga misura quanto già anticipato nelle conclusioni preliminari pubblicate il 20 maggio. “Tuttavia – si legge nel rapporto -alcuni Direttori hanno messo in dubbio se il ritmo di aggiustamento suggerito dal personale consideri adeguatamente la necessità di preservare lo spazio per investimenti e riforme che favoriscano la crescita”. Nel rapporto si sottolinea come l’economia italiana si sia ripresa bene dalla pandemia e dalla crisi dei prezzi energetici e la crescita prevista per il paese nel periodo 2024-26 e’ ora secondo gli esperti del Fondo attorno in media allo 0,75%.
L’aumento continuo degli investimenti nell’ambito del Pnrr dovrebbe compensare ampiamente il calo degli investimenti residenziali. “Si prevede che l’inflazione sarà inferiore all’obiettivo del 2% nel 2024, ma tornerà all’obiettivo successivamente. Mentre sorprese positive in termini di crescita sono possibili se una performance fiscale più forte dovesse favorire maggiori investimenti privati, la crescita potrebbe essere negativamente influenzata da un’intensificazione dei conflitti regionali, da bruschi rallentamenti nei principali partner commerciali, da un approfondimento della frammentazione geoeconomica, da tassi di interesse significativamente più alti del previsto che potrebbero riaccendere preoccupazioni riguardo ai legami tra sovrano-banche-imprese”.
Un completamento incompleto della spesa del Pnrr e dell’implementazione delle riforme indebolirebbe ulteriormente la crescita, mentre disavanzi fiscali ancora ampi potrebbero erodere la fiducia degli investitori, indebolendo ulteriormente le finanze pubbliche.