CLEAN ENERGY

La startup delle batterie che si caricano a terra producendo energia pulita

Tecnologie innovative per un’agricoltura più efficace. Si chiama Bactery, spin-off dell’Università di Bath fondata dai ricercatori Ben Metcalfe, Jakub Dziegielowski e Mirella Di Lorenzo, che hanno sviluppato una innovativa tecnologia basata su batterie alimentate da batteri che raccolgono energia verde dal terreno, sfruttando i processi naturali che si verificano all’interno dei microrganismi.Il terreno è un’ottima fonte di nutrienti per la crescita delle piante, ma è anche una fonte di elettroni prodotti da batteri endogeni.

Partendo da questa scoperta, la startup britannica apre la strada a una nuova forma di energia pulita, proveniente da batterie che si ricaricano quando vengono inserite nel terreno, fornendo una fonte di elettricità pulita 24 ore su 24, 7 giorni su 7, anche nelle parti più remote del mondo. Obiettivo, rivoluzionare l’agricoltura con una fonte di energia sostenibile e continua, e accelerare il passaggio a un’agricoltura digitale basata sui benefici dei dati affidabili. Il CEO di Bactery, Jakub Dziegielowski, che ha conseguito un dottorato di ricerca in ingegneria chimica presso l’Università di Bath prima di fondare l’impresa innovativa, ha precisato che l’obiettivo “è di sfruttare la loro esclusiva tecnologia per accelerare il passaggio alla digitalizzazione delle aziende agricole, migliorando la produttività e riducendo i costi operativi”. Le batterie alimentate dai batteri possono durare oltre 25 anni e costano solo 25 sterline (circa 30 euro) per unità senza necessità di manutenzione. (Repubblica)

L’Internet of Things (IoT) sta cambiando il volto dell’agricoltura. Come qualsiasi altro settore, anche quello agricolo sta attraversando un periodo di profondi cambiamenti: una vera e propria rivoluzione digitale. La coltivazione sta cambiando attraverso la modificazione genetica e soprattutto tramite l’automatizzazione combinando l’impiego di sensori (IoT), intelligenza artificiale e sistemi basati sul Cloud. Ne giovano sia l’agricoltura di precisione sia le catene di approvvigionamento più flessibili ed efficienti, grazie a raccolta e analisi continua dei dati, con informazioni puntuali e in tempo reale a supporto dell’intero processo decisionale anche nel settore rurale. In particolare i dispositivi IoT raccolgono e trasmettono dati sullo stato dei campi, consentendo agli agricoltori di aumentare l’efficienza, ridurre i costi e le risorse, massimizzare le rese.

Tuttavia, i sensori e i dispositivi connessi a Internet richiedono energia che non è sempre facile da installare e mantenere. I cavi possono ostacolare i campi, le batterie chimiche monouso devono essere monitorate e sostituite, e le fonti di energia rinnovabile come i pannelli solari funzionano a piena capacità solo in determinate condizioni climatiche. Così entra in gioco la tecnologia innovativa di Bactery, che sfrutta l’energia che si ricava dai batteri sottoterra, ha una durata utile di oltre 25 anni e un costo previsto di circa 25 sterline per unità, senza spese di manutenzione. Da qui l’impegno da parte dell’azienda della funzionalità: “installa e dimentica”. Si tratta di una tecnologia basata sulle Soil Microbial Fuel Cells (SMFC), che sfruttano l’energia dall’attività metabolica di specifici microrganismi noti come electrigeni, naturalmente presenti nel terreno. Gli electrigeni hanno la capacità unica di generare elettroni durante il consumo di composti organici. Questi elettroni vengono “catturati” dalle SMFC e sono costretti a viaggiare attraverso un circuito esterno, producendo elettricità.

Un primo prototipo elaborato dal team di ingegneri è stato testato con successo a fine 2019 in un villaggio di pescatori a Icapuí nel Brasile nord-orientale, situato in una zona remota e semiarida, dove la principale fonte di acqua potabile è l’acqua piovana e l’accesso a una rete elettrica affidabile è scarso. Negli ultimi quattro anni, la ricerca ha approfondito la comprensione dei processi bioelettrochimici e il ruolo dei batteri e del suolo, permettendo di massimizzare l’estrazione di energia e garantire una generazione continua di elettricità per anni. L’azienda utilizzerà i prossimi 12 mesi per perfezionare i suoi prototipi prima di procedere verso una produzione su piccola scala. In vista del lancio del prodotto prevista nei primi mesi del 2026.

Mirella Di Lorenzo, co-fondatrice di Bactery e docente di ingegneria chimica presso l’Università di Bath, spiega che “gli agricoltori stanno sempre più apprezzando l’importanza dei dati per prendere decisioni informate verso pratiche agricole efficienti non solo dal punto di vista dei costi. Noi stiamo rimuovendo la barriera alla generazione di tali dati creando un modo sostenibile per alimentare i sensori, rendendoli sempre attivi, economici, a bassa manutenzione e a basso impatto”. Per Jakub Dziegielowski “portare il nostro prodotto a questo stadio e mettere in pratica la teoria dopo anni e anni di ricerca è stata un’esperienza impegnativa, ma incredibilmente gratificante. Vedere che la nostra azienda fa una differenza positiva in agricoltura e in altri settori è impagabile. Questi strumenti in agricoltura servono anche a sostenere la qualità, a ridurre i costi di realizzazione dei prodotti e a incrementare i ricavi grazie ad una maggiore riconoscibilità e garanzia di quanto proposto”. La startup si pone infatti l’obiettivo di diffondere la tecnologia per una agricoltura sostenibile in tutto il mondo.

Redazione

 

 

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