FINANZA

Auto: i margini dei produttori cinesi resistono ai dazi anti-dumping europei

Quasi un incidente di percorso. I produttori cinesi di automobili elettriche, dopo l’ufficializzazione dei dazi anti-dumping decisi dalla Commissione europea, pensano più a una battuta d’arresto che a una scelta definitiva in chiave «protezionista». Quanto al governo, la parola d’ordine da Pechino è mediare. I dazi varieranno a seconda dei produttori: Byd 17,4%, Geely 19,9%, Saic Motor (la più danneggiata) 37,6%. Altri produttori che hanno collaborato all’indagine Ue sui sussidi (oltre 200 miliardi dal 2009 al 2023, concessi da Pechino per accelerare la crescita e l’espansione dell’automotive) saranno soggetti a un dazio del 20,8% mentre sarà del 37,6% per le società che non hanno collaborato. (Sole 24 Ore)

I dazi individuali si applicheranno a tre produttori ‘campione’: Byd nella misura del 17.4%; Geely nella misura del 19.9%; Saic nella misura del 37.6%. Altri produttori in Cina, che hanno cooperato con l’inchiesta europea ma non fanno parte dei campioni scelti saranno soggetti a un dazio medio del 20,8% mentre quelli che non hanno collaborato con Bruxelles il dazio medio sarà del 37,6%.

Redazione

 

 

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