INNOVAZIONE

Le auto elettriche a Pechino e le barricate in Europa fermeranno il futuro

L’Italia è il solo Paese avanzato che nel primo trimestre di quest’anno ha visto scendere del 20% la vendita di auto elettriche (mentre nel mondo sale in media del 25%). Ma la chiave del progresso è abbandonare la conoscenza delle precedenti generazioni. In Italia, come più in genere in Europa, lo vediamo nell’offerta politica di successo in questa fase. E lo vediamo per esempio nelle nostre attitudini schizofreniche verso la Cina e nel nostro rapporto con l’auto elettrica. Ne odiamo l’imposizione per legge europea, ma sopportiamo molto male che i produttori della Repubblica siano più avanti e più capaci di noi nel produrla a prezzi molto più bassi. Ne facciamo una politica pubblica europea, un obbligo per le famiglie, eppure da essa vogliamo proteggerci grazie ad alti dazi doganali contro Pechino che rendono quel prodotto (molto) più costoso proprio in Europa. Poche questioni oggi mettono a nudo le contraddizioni degli italiani e degli europei in genere riguardo all’innovazione di questa epoca. Ma poiché l’economia è cultura, per chiarire il contesto vorrei dare la parola a un intellettuale che fonde le due dimensioni: Joel Mokyr. (Corriere)

Il professor Mokyr insegna economia e storia alla Northwestern University nell’Illinois ed è un credibile candidato al premio Nobel per l’economia.

Mokyr ci stava dicendo che la capacità di mettere in discussione le credenze accettate è la chiave dell’innovazione e dello sviluppo economico. C’entra qualcosa questa sua conclusione con la fase che stiamo vivendo? Con il fatto, per esempio, che in Cina la quota di mercato delle auto elettriche (inclusi i modelli ibridi a plug-in) è già del 40%, essendo salito di oltre con terzo nei primi mesi di quest’anno rispetto al 2023? C’entra qualcosa con il fatto che l’Italia sia il solo Paese avanzato nel quale nel primo trimestre di quest’anno la vendita di auto elettriche è scesa del 20%, mentre sale del 25% in media mondiale? E c’entra qualcosa con il fatto che la Cina quest’anno produrrà probabilmente nove milioni di auto elettriche, una quantità pari al suo fabbisogno e pari a oltre metà della produzione mondiale? E che il 60% dei modelli elettrici cinesi costano già meno – in Cina – degli equivalenti modelli a combustione interna? Così almeno afferma l’Agenzia Internazionale dell’Energia nel suo ultimo rapporto sul tema.
Ad ogni buon conto ha continuato quel giorno il professor Mokyr, a Torino: «Il punto di svolta verso la modernità arriva quando inizi ad abbandonare l’idea che le generazioni precedenti sapevano tutto meglio di te. Quando capisci di essere più bravo. Dal momento in cui lo capisci, vivi in un mondo diverso e il tuo approccio cambia completamente».

Redazione

 

 

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