Non adesso. È quello che dicono i giovani quando pensano all’idea di avere un figlio: una scelta che viene spesso rimandata al futuro, un futuro indefinito come incerta è la situazione che i ragazzi sentono di vivere nel momento attuale. E così la genitorialità si sposta sempre più avanti, a volte anche troppo. (Sole 24 Ore)
Le difficoltà dei ragazzi si riflettono nei tassi di natalità italiani, che ormai ogni anno fanno segnare record negativi e gettano ombre sulla tenuta del nostro sistema sanitario e di welfare e in generale sulla società. Fondazione Magna Carta ha realizzato un nuovo studio proprio per andare a fondo sulle motivazioni che frenano i giovani dal ‘mettere su famiglia’. La ricerca, dal titolo ‘Per una Primavera demografica’, è stata presentata oggi a Roma, alla presenza della ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella, della sottosegretaria alla economia e alle finanze Lucia Albano, e del commissario straordinario Sisma 2016 Guido Castelli.
Duplice l’obiettivo dello studio, che non a caso è diviso in due parti. Dopo aver indagato le cause profonde della denatalità, Fondazione Magna Carta ha voluto anche avanzare una serie di proposte concrete per invertire il trend negativo delle nascite. In sintesi, spiega l’associazione, va creata una sinergia tra politiche pubbliche e welfare aziendale in modo da mettere in campo iniziative ampie e innovative che agiscano sì sull’aspetto economico, ma più in generale sul benessere della persona.
Secondo lo studio, condotto su un campione di 1072 persone suddiviso tra giovani (17-28 anni) e adulti over 29, a cui si aggiungono alcune categorie specifiche – in particolare 400 insegnanti, 60 operatori sanitari e 70 psicologi – in Italia quasi un giovane su 3 ha paura di mettere al mondo un figlio, mostra “una palpabile esitazione”.