Economia

Il settore terziario è il motore dell’occupazione per l’estate 2024

Il terziario si conferma motore dell’economia, anche in termini occupazionali, rappresentando un serbatoio di posti di lavoro, ma con alcune ombre, rappresentate dalle posizioni introvabili, soprattutto in ambito turistico ed alle porte dell’estate. L’allarme è stato lanciato da Confcommercio, in occasione della presentazione della seconda edizione dell’Osservatorio Terziario e Lavoro da parte dell’Ufficio studi guidato da Mariano Bella. (Teleborsa)

“Nel nostro Paese l’occupazione cresce grazie al terziario di mercato, cioè commercio, turismo, servizi, trasporti. Settori che, complessivamente, garantiscono oltre il 50% del totale degli occupati”, afferma il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, commentando anche il dato relativo agli “introvabili” ed affermando che “servono più politiche attive, più formazione per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro”.

L’Ufficio studi Confcommercio ha messo in lice anche l’importanza del terziario sull’economia, segnalando che “Il Pil italiano nel 2024 potrebbe superare l’1%”, nonostante la “sofferenza” dal lato dei consumi.

Quanto ai numeri del lavoro, alle porte dell’estate, esistono ben 170 mila posizioni introvabili nel comparto turistico, a fronte di una crescita di 20 milioni di turisti attesa per quest’anno. “Se nel 2024 si osservasse una crescita delle presenze turistiche del 4,5% rispetto al 2023, pari a oltre 20 milioni in più di turisti – spiega il direttore dell’Ufficio Studi – avremmo bisogno di 70mila nuovi lavoratori rispetto allo scorso anno solo in alloggio e ristorazione. Con indotto, cultura e commercio si arriva a 170mila, difficili da trovare”.

Il rapporto mette in luce che, fra giugno 2019 e giugno 2023, si registrano 2,6 milioni di lavoratori in più, di cui il 77,9% appartiene al terziario di mercato, pari a circa 2 milioni di occupati. La branca del terziario a mostrare maggiore dinamicità risulta quella dei ristoranti, con una variazione positiva che supera le 300mila unità, seguita dagli altri servizi alle imprese (+275mila), e ancora da alberghi, informazione e cultura e istruzione e sanità che, complessivamente, esibiscono un incremento che supera le 590mila unità.

“La crescita si compone per l’87% di lavoratori dipendenti e per il 13% di lavoratori indipendenti; il 98,5% e il 75% rispettivamente degli indipendenti e dei dipendenti appartiene al terziario di mercato”, ha osservato Bella, aggiungendo “il terziario di mercato è, dunque, palestra di auto-imprenditorialità, ma è fondamentale anche per il lavoro dipendente”. L’Italia, infatti, soffre di un ritardo strutturale riguardo alla partecipazione femminile al mercato del lavoro, il cui tasso di attività (occupate e disoccupate su popolazione femminile 15-74 anni) – calcolato rispetto ad un aggregato UE27 senza l’Italia, cioè UE26 – risulta inferiore di oltre dodici punti rispetto alla media europea (49,3% contro 61,8%).

Redazione

 

 

Articoli Correlati

Lascia un commento

Back to top button
Do NOT follow this link or you will be banned from the site!