La metà delle partite Iva paga meno tasse grazie ai regimi agevolati. Il 49,2% di autonomi, ditte e professionisti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi nel 2023 (anno d’imposta 2022) si trova infatti nella flat tax del regime forfettario (e ormai in quello residuale) dei minimi. Anche se i rapporti di forza restano invariati: l’85,2% dei circa 42 milioni di contribuenti Irpef detiene prevalentemente reddito da lavoro dipendente o pensione e solo il 6,5% del totale ha un reddito prevalente derivante dall’esercizio di attività d’impresa o di lavoro autonomo, che include anche quello in regime forfetario e di vantaggio. A renderlo noto è il dipartimento delle Finanze con i dati resi noti nel pomeriggio di martedì 28 maggio sulle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2023 e sulle pagelle fiscali (gli Isa) presentate lo scorso anno. (Sole 24 Ore)
Come spiegano dalle Finanze, nel 2022 le persone fisiche titolari di partita Iva che hanno presentato dichiarazione ai fini delle imposte dirette (Irpef o regimi sostitutivi) sono circa 3,8 milioni (+1,5% rispetto all’anno precedente). I titolari di partita Iva includono gli imprenditori (30,4%), i lavoratori autonomi (14,3%), gli agricoltori (6%) e i contribuenti in regimi fiscali agevolati (regime fiscale di vantaggio e regime forfettario). Questi ultimi rappresentano quasi la metà dei titolari di partita Iva (49,2%). La quasi totalità degli aderenti ai regimi fiscali agevolati è composta da soggetti aderenti al regime forfetario che risultano circa 1,8 milioni (+4,4% rispetto all’anno precedente).
I titolari di partita Iva aderenti ai regimi fiscali agevolati dichiarano il 29,2% dei redditi. Gli imprenditori, che costituiscono il 30,4% delle persone fisiche titolari di partita Iva, dichiarano il 35,5% dei redditi. Mentre i lavoratori autonomi, che rappresentano il 14,3% dei titolari di partita Iva, dichiarano il 34,9% dei redditi.
Il numero di soggetti interessati dagli Isa nell’anno d’imposta 2022 è stato pari a 2.732.989, in aumento rispetto all’anno 2021 (+13%). La platea è composta per il 53% da persone fisiche, per il 18% da società di persone e per il 29% da società di capitali ed enti non commerciali. Si registra un aumento del 3,19% nei ricavi e compensi medi dichiarati. Tale incremento sale all’8,05% nel settore dei servizi. Anche il valore aggiunto medio è aumentato del 2,01% rispetto al periodo d’imposta precedente, mentre il reddito medio da impresa o da lavoro autonomo è salito dell’1,25 per cento.