Qualcosa si muove se ad aprile le fonti rinnovabili hanno coperto il 51,2% della nostra domanda elettrica (era 36% ad aprile 2023). In aumento soprattutto la fonte idrica (+197,5%) e fotovoltaica (+19,5%), principalmente per l’aumento della capacità installata in esercizio. In diminuzione la fonte geotermica (-0,9%) ed eolica (-3,4%). In calo anche la fonte termica (-16,6%). Nei primi quattro mesi del 2024 la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 2.356 megawatt (di cui 2.167 megawatt di fotovoltaico). Questo valore è superiore di 736 megawatt (+45%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. (Corriere)
Sono i dati forniti da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale. D’altronde entro il 2030 dobbiamo realizzare 70 gigawatt da fonti rinnovabili, come proposito concordato con la Ue per la riduzione del 55% delle emissioni di Co2, e raggiungere il 70% da fonte green nello stesso anno. La direzione è stata presa, ci sono ancora alcuni nodi di bottiglia nel processo autorizzativo, ma ha giovato sicuramente l’effetto Superbonus che ha spinto la domanda rinnovabile privata degli edifici. Uno dei mercati solari maggiormente in crescita nel 2023 è infatti l’Italia: nel nostro Paese sono stati installati 5,3 gigawatt quasi il doppio dei 2,5 installati nel 2022, per un totale di potenza cumulata di impianti fotovoltaici pari a 30,3 gigawatt a fine 2023. Quasi l’80% delle nuove installazioni sono state realizzate dal segmento residenziale sotto la spinta degli sgravi fiscali previsti dal cosiddetto Superbonus.
La domanda di energia elettrica italiana, spiega la società in una nota, è stata soddisfatta il mese scorso per l’85,4% dalla produzione nazionale e per la quota restante (14,6%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Il valore del saldo estero mensile risulta pari a 3,4 terawattora, il 28,9% in meno rispetto ad aprile 2023. In particolare, il saldo import-export è il risultato dell’effetto combinato di un aumento dell’export (+114,7%) e di una diminuzione dell’import (-24,0%). Ad aprile i consumi di energia elettrica in Italia sono in aumento dell’1,1% rispetto allo stesso mese del 2023.
Secondo i dati di Terna il mese scorso il fabbisogno di energia elettrica è stato pari a 23,5 miliardi di kilowattora. Il dato della domanda elettrica, destagionalizzato e corretto dagli effetti contrapposti di calendario e temperatura, è lo stesso di aprile 2023, confermando una fase di tenuta del trend sui livelli acquisiti negli ultimi mesi. Tale risultato, spiega la nota, è la conseguenza dell’«effetto Pasqua», di due giorni lavorativi in più (20 invece di 18) e di una temperatura media mensile superiore di 1,5 C rispetto ad aprile 2023. A livello territoriale, la variazione tendenziale di aprile è stata +0,9% al Nord, +1% al Centro e +1,7% al Sud e Isole.
Nei primi quattro mesi dell’anno il fabbisogno nazionale è in crescita dello 0,8% rispetto al corrispondente periodo del 2023 (+0,5% il valore rettificato). L’indice Imcei (Indice Mensile dei Consumi Elettrici Industriali) elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette «energivore», ha fatto registrare una crescita dell’1% rispetto ad aprile 2023. Con dati destagionalizzati e corretti per l’effetto calendario, la variazione diventa negativa (-1,4%). In particolare, positivi i comparti della cartaria, cemento, calce e gesso, mezzi di trasporto, alimentari e meccanica. In flessione ceramiche e vetrarie, chimica e metalli non ferrosi. In termini congiunturali, il valore della richiesta elettrica destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura risulta in leggera flessione rispetto a marzo 2024 (-0,8%). Negativa anche la variazione congiunturale dell’indice ImceI (-1,7%).
L’indice Imser (Indice Mensile dei Servizi), che Terna pubblica sulla base dei dati dei consumi elettrici mensili forniti da alcuni gestori di rete di distribuzione (E-Distribuzione, Unareti, A-Reti, Edyna e Deval), ha fatto registrare, nel mese di febbraio 2024, una variazione positiva del 4,9% rispetto a febbraio 2023. Oltre che dalla composizione del calendario, la crescita è stata determinata anche da una sensibile discesa dell’inflazione e dal significativo rallentamento dei prezzi dei beni energetici.