Economia

Sugar Tax: imprese e sindacati chiedono il rinvio della norma

Imprese e sindacati sul piede di guerra contro la Sugar Tax, l’imposta sul consumo di bevande analcoliche edulcorate che, in base all’emendamento del governo al decreto legge Superbonus, dovrebbe entrare in vigore il prossimo primo luglio, anche se dimezzata, per poi andare a pieno rigime dal primo luglio 2026. «Chiediamo con fiducia al Governo di continuare a lavorare per individuare soluzioni utili al rinvio di misure puramente ideologiche dannose per il Paese perché aumentano l’inflazione, penalizzano i cittadini e affossano le imprese nel picco di produzione in vista della stagione estiva», ha detto Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia. (Sole 24 Ore)

La previsione è contenuta nell‘emendamento governativo al decreto Superbonus e, piccolo giallo, contrasta con quanto si legge nella relazione tecnica dello stesso, che invece parla di un nuovo rinvio dell’entrata in vigore dell’imposta. In tal caso la sugar tax sarebbe stata ancora allineata alla cosiddetta plastic tax sulla plastica monouso, altra tassa varata nel 2019 dall’esecutivo Conte bis, ma sempre rinviata.

Le due imposizioni secondo i conti iniziali avrebbero dovuto generare un gettito di 650 milioni di euro in totale nel solo 2020. Se l’attuale impianto sarà confermato, la tassa sulla plastica monouso entrerà in vigore nel 2026, quando quella sulle bibite dolci o dolcificate raddoppierà. E, naturalmente, si attendono rincari dei prodotti sugli scaffali.

“Chiediamo con fiducia al Governo di continuare a lavorare per individuare soluzioni utili al rinvio di misure puramente ideologiche dannose per il Paese perché aumentano l’inflazione, penalizzano i cittadini e affossano le imprese nel picco di produzione in vista della stagione estiva”, ha commentato Giangiacomo Pierini, Presidente di ASSOBIBE, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia. I produttori sono stati colti di sorpresa dalla notizia, viste le rassicurazioni giunte dal Governo negli ultimi mesi.

Perini rileva che la tassa “aumenta la fiscalità del 14% su ogni litro di prodotto, di tutti i nostri prodotti, con o senza zucchero: una tassa sul gusto dolce, a poche settimane dall’avvio della stagione estiva, la più importante per il settore”. Non solo. Il 2023, secondo il presidente degli industriali delle bibite, si è chiuso con un calo dei volumi (“che sono già i più bassi in Europa”) del 5%. E questo “dopo anni di difficoltà per la pandemia, che ha quasi azzerato i consumi fuori casa, e un calo del 27% in 10 anni dei volumi dei nostri prodotti zuccherati”.

E ancora, Pierini sottolinea come il 64% le imprese del settore siano piccole e medie aziende e che “la tassa avrà effetti sull’intera filiera, dal mondo agricolo con un ridotto acquisto di frutta, in particolare agrumi e zucchero, alla distribuzione e al commercio. Per questo negli anni anche le principali rappresentanze di quel mondo si sono espresse pubblicamente contro la tassa, da Coldiretti a Confagricoltura a Italgrob”.

Redazione

 

 

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