L’ultimo atto è lo stop alle gare e l’ok invece alla proroga al 2033. E ora tutti, dai concessionari ai Comuni alle associazioni alla politica, chiedono chiarezza e un intervento del governo. Quella sulle spiagge italiane è una disputa che pare non avere una fine. E alla vigilia della nuova stagione balneare l’incertezza è totale. Anche perché il prossimo tavolo tecnico convocato dal governo è il 12 giugno, dopo le elezioni Europee e soprattutto a stagione già iniziata. Ma intanto, ognuno va per conto suo. (Corriere)
Stop del Tar di Bari. L’ultimo intervento in ordine di tempo è quello del Tar di Bari che due giorni fa ha detto no alla proroga di 21 concessioni balneari a Monopoli al 31 dicembre 2024, così come aveva stabilito il Comune applicando la legge in vigore, e ha giudicato quindi illegittime le nuove gare che il Comune avrebbe indetto per dare in concessione gli spazi balneari ormai scaduti. Non solo. Il Tar ha giudicato valida la proroga automatica delle concessioni alla fine del 2033 decisa nel 2018 dal primo governo Conte e però ritenuta illegittima nel 2021 dal Consiglio di Stato in Adunanza plenaria perché in contrasto con la direttiva europea, la cosiddetta Bolkestein.
I 21 concessionari di Monopoli si erano rivolti al Tribunale amministrativo dopo che il Comune aveva ridotto, dal 2033, la durata delle concessioni al 31 dicembre 2024 così come previsto dal decreto Milleproroghe che l’aveva spostata di un anno dal 2023 (data fissata nel 2022 dal governo Draghi). Secondo il Tar la riduzione è illegittima e anzi le 21 concessioni sono valide fino al 31 dicembre 2033. Esultano le associazioni di balneari che vedono nella decisione del Tar un’altra vittoria. Già lo scorso novembre il Tar di Lecce bocciava il ricorso dell’Autorità della Concorrenza contro le delibere di due Comuni pugliesi che prorogavano la scadenza delle concessioni balneari al 2033.
