“L’Italia ha un servizio sanitario con molte eccellenze e questo va detto con chiarezza. Un sistema universalistico dove chiunque si presenta in ospedale viene assistito e curato. Troppo spesso lo consideriamo un fatto quasi scontato senza pensare che se si va all’estero questo non accade. Abbiamo medici, infermieri, operatori socio-sanitari, volontari che rappresentano il nostro fiore all’occhiello e che, giustamente, vanno valorizzati. Ricordo che, di recente, una classifica internazionale sui cento ospedali migliori al mondo vede quattordici strutture italiane e molte sono pubbliche. Detto ciò, è evidente che serve una profonda revisione ed è quello che stiamo facendo. Organizzare la sanità è molto complesso e non è onesto da parte di chi fa propaganda attribuirci gli errori fatti in passato. È evidente che i troppi tagli non li ha fatti questo governo, così come è evidente che invece di strapagare i medici a gettone, si dovevano aumentare gli stipendi di chi lavora per gli ospedali pubblici, stiamo facendo il possibile per rimediare”. Così il Ministro della Salute Schillaci, in un’intervista a Libero Quotidiano.
Ha poi ribadito: “Sono sicuro che la segratario Schlein, nel suo tour, avrà la possibilità di spiegare il perché, negli anni che hanno governato in Italia, hanno chiuso gli ospedali, tagliato posti letto e consentito che medici e infermieri abbandonassero il servizio pubblico per andare a lavorare nelle cooperative come gettonisti. Io suggerirei anche di non utilizzare la parola “eroi” riferendosi al personale sanitario perché riecheggiava proprio nel lungo periodo di guida a sinistra, quando si tagliavano le risorse e si esternalizzava senza metodo”.
Conclude poi il Ministro Schillaci in una nota, “La salute dei cittadini non è a rischio. Noi non facciamo sciacallaggio sulla pelle delle persone: siamo consapevoli delle criticità che negli anni si sono sedimentate e le stiamo affrontando un passo alla volta. Penso all’assistenza sul territorio che è una delle fragilità del nostro sistema. I recenti dati Agenas sugli accessi in Pronto Soccorso indicano una percentuale significativa di accessi impropri, ovvero per bisogni di salute che non sono urgenti e che potrebbero essere risolti in altri ambiti assistenziali, come dal medico di famiglia o, in alternativa, dall’ambulatorio territoriale. Gli stessi dati indicano anche che dove sono attive le case di comunità, gli accessi impropri in Pronto Soccorso si sono ridotti. Per questo stiamo investendo sull’assistenza territoriale attraverso i fondi del Pnrr e ribadisco che tutte le case di comunità e gli ospedali di comunità saranno realizzati”.