Economia

Agricoltori, blitz con mille trattori a Bruxelles. La Ue apre a nuove regole

«La nostra fine sarà la vostra fame». «Si mungono le mucche, non gli allevatori». In bella mostra sui trattori già dalle prime ore del mattino, gli slogan degli agricoltori hanno ceduto presto il passo al volto rabbioso della protesta che, ieri, ha messo a ferro e fuoco il cuore del quartiere europeo di Bruxelles. Con scene da guerriglia urbana che qui non si vedevano dai tempi delle violenze dei no-vax contro il green pass. (Il Messaggero)

Quasi mille i mezzi pesanti che hanno occupato le strade a pochi passi dai palazzi di Commissione, Consiglio e Parlamento, con la polizia in tenuta antisommossa che ha usato gas lacrimogeni e il getto degli idranti per respingere e disperdere i manifestanti. I quali, a loro volta, erano passati dal lancio di petardi e uova – ma anche bottiglie e cartelli stradali – all’uso dei trattori come teste d’ariete per sfondare il filo spinato e le barriere di sicurezza in calcestruzzo. A sera, quando il traffico riprende regolarmente e riaprono pure le stazioni della metro, il bilancio è di tre agenti feriti. Sullo sfondo, roghi di copertoni e di cumuli di paglia a colorare di nero il cielo mai troppo terso di Bruxelles.

Sono le “sfumature” della collera degli agricoltori che, dopo meno di un mese, sono tornati a invocare, per ore, soluzioni immediate da parte dell’Ue, stavolta spingendosi fino a ridosso della sala in cui, in contemporanea, erano riuniti i ministri dell’Agricoltura dei Paesi Ue, impegnati proprio in un confronto a tutto campo sulle ragioni del malcontento e sulle risposte da attuare per placarlo. Il primo di una serie.

La partita, infatti, farà un salto di qualità politico e passerà, a metà marzo, sul tavolo del Consiglio europeo, il summit dei leader dei Ventisette: ad anticiparlo è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un videomessaggio inviato all’assemblea di Confagricoltura, che ha scelto di non essere in piazza ma di riunirsi nelle stesse ore a Bruxelles, a pochi metri di distanza dalle proteste: «Abbiamo chiesto e ottenuto che l’agricoltura sia uno dei punti all’ordine del giorno del prossimo summit. In quella sede continueremo a sostenere la centralità di un comparto fondamentale non soltanto per la nostra economia, ma anche per la nostra identità e il nostro futuro», ha dichiarato la premier ribadendo il sostegno del governo ad «agricoltori hanno tutto il diritto di far sentire la loro voce e chiedere il riconoscimento del giusto prezzo per il lavoro che svolge e un sistema di regole che difenda e sostenga quel lavoro».

L’agricoltura, ha proseguito Meloni «non è nemica dell’ambiente e della transizione ecologica; anzi, è l’esatto contrario»; per questo, «il governo si è battuto in Europa contro i diktat ideologici che avrebbero colpito la produzione agricola e messo a rischio la sovranità alimentare».

Redazione

 

 

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