L’inflazione resta alta, negli Stati Uniti, ma ha rallentato il passo. A febbraio, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,2% rispetto al mese precedente, secondo quanto comunicato dal dipartimento del Lavoro, dopo il +0,5% di gennaio. Le stime erano per un rialzo dello 0,3%. (Sole 24 Ore)
Il dato annuale ha rallentato dal 3% del mese precedente al 2,8%, con le attese per un lieve calo al 2,9%. Il dato “core”, ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto dello 0,2%, con le attese allo 0,3%. Rispetto a un anno prima, il dato “core” è sceso dal 3,2% al 3,1%, contro attese per un dato al 3,2%. I prezzi energetici sono aumentati dello 0,2%, così come quelli dei generi alimentari. Rispetto a un anno prima, i prezzi energetici sono diminuiti dello 0,2%, quelli dei generi alimentari sono aumentati del 2,6%.
I future sui listini di Wall Street balzano dopo il dato sull’inflazione americana. I future sullo S&P 500 salgono dell’1,3% e quelli sul Nasdaq dell’1,7. Gli investitori tuttavia mantengono la cautela perché l’economia americana non ha ancora minimamente assorbito l’effetto dei nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump sulle importazioni di acciaio e alluminio da tutto il mondo e su altri prodotti da singoli mercati come quello cinese. Se – il condizionale è d’obbligo visti continui e repentini cambiamenti da parte degli Usa in questi giorni – i dazi dovessero restare per alcuni mesi o essere estesi, secondo gli esperti l’impatto inflazionistico sarebbe inevitabile.