In Emilia Romagna la Procura regionale della Corte dei conti ha già contestato la percezione indebita di fondi Pnrr per un milione tondo tondo. In Veneto per ora ci si è fermati a 640mila euro, ma casi simili stanno emergendo in Puglia. (Il Sole 24Ore)
Dalla Lombardia alla Campania i magistrati lavorano su frodi nell’incameramento e nella gestione di finanziamenti Simest per i progetti del Piano, mentre in Friuli Venezia Giulia i forti ritardi nei lavori di efficientamento energetico di un Comune e di una scuola hanno prodotto un presunto danno erariale da 100mila euro, mentre nelle Marche sembra siano stati addirittura falsificati i dati sulle presenze di migranti per ottenere i fondi di Next Generation Eu per la sistemazione di una baraccopoli cittadina. Sempre nelle Marche un Comune ha pensato bene di utilizzare le risorse comunitarie per il recupero di un’area di una società privata che non ne avrebbe avuto alcun diritto, ma ipotesi di irregolarità simili per destinare fondi a opere che non rispondono ai parametri del Piano di ripresa e resilienza si incontrano in molte Regioni.
«Terminata la predisposizione delle regole di contesto – ha ricordato ieri il neo Procuratore generale della Corte dei conti Pio Silvestri – l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza è entrata nel vivo, e già si registrano diverse segnalazioni di irregolarità; in particolare, si tratta di indebita percezione o non corretto utilizzo dei fondi da parte dei soggetti attuatori, irregolarità nella percezione dei contributi sub specie di opere non conformi al progetto o di assai significativi ritardi nella loro attuazione».
I numeri relativi al danno erariale ipotizzato dalle Procure regionali per ora non sono ciclopici. La relazione scritta depositata sempre ieri dalla Procura generale elenca primi casi per 1,8 milioni complessivi, ma avverte che «i danni derivanti dalle fattispecie illecite in istruttoria saranno di importo notevolmente maggiore». E, soprattutto, non è complicato prevedere che il contatore comincerà presto ad accelerare drasticamente, insieme alla spesa effettiva che fin qui ha faticato a decollare davvero ed è rimasta molto sotto le previsioni via via rimodulate nel tempo.
Per farsi un’idea di massima sull’entità finanziaria dei rischi connessi alla nuova ondata di finanziamenti comunitari del resto è sufficiente dare uno sguardo agli importi dei giudizi di responsabilità nati dalle frodi e dalle percezioni indebite dei vecchi fondi comunitari pre-Pnrr. Qui le cifre della relazione si fanno eloquenti, e censiscono dal 2010 al 2023 condanne in primo grado per 847,2 milioni di euro, divisi in 1.667 casi che hanno quindi un valore medio pro capite da 508mila euro abbondanti.