“Una fabbrica che vede l’impegno di tutte le istituzioni locali, regionali e nazionali a tutti i livelli che inizierà da qui a qualche mese” la propria produzione di “pannelli bifacciali a eterogiunzione di silicio, quindi una tecnologia nuova, una tecnologia brevettata da 3Sun, una società interamente partecipata da Enel”. Lo ha annunciato Flavio Cattaneo, Ceo di Enel, nello stabilimento della Gigafactory di Catania che il gruppo sta realizzando con l’obiettivo di produrre pannelli solari per una capacità record di 3GW l’anno. (Libero)
La fabbrica, grazie a un forte investimento di Enel affiancato da un finanziamento di 200 milioni a fondo perduto provenienti da Pnrr e Innovation Fund, produrrà pannelli bifacciali ad eterogiunzione di silicio con una tecnologia nuova e brevettata. Durante una visita alla sua linea produttiva hanno partecipato il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, il governatore Renato Schifani, gli assessori regionali Edy Tamajo ed Elena Pagana, il sindaco Enrico Trantino e il prefetto Maria Carmela Librizzi.
“L’Europa non può diventare un continente di soli consumatori, è necessaria una forza industriale europea che sia basata sulla qualità”, ha auspicato Cattaneo ricordando che nel decreto legge Energia c’è “un importante provvedimento a cura del ministero del Made in Italy che si concentra sulla domanda di pannelli solari attraverso incentivi all’acquisto, riconosciuti in base a criteri di qualità del prodotto”. E’, ha aggiunto, “un passo importante per contrastare la concorrenza asiatica sempre più aggressiva che ha già indotto alcuni Paesi a correre ai ripari”, come negli “Usa dove è stato introdotto un divieto all’uso di silicio realizzato con manodopera minorile”. Un provvedimento, ha sottolineato Cattaneo, per contrastare il dumping asiatico nel settore che in Asia ha forti aiuti dello Stato. Un contesto, ha osservato il Ceo di Enel, che ha “provocato un quadro di grande incertezza, a cui il ministro Urso e la Presidente Meloni hanno subito riconosciuto la necessità di correre ai ripari e speriamo che anche la nuova Commissione Europea e i governi del Continente riconoscano questa esigenza, che non è solo dell’industria, ma anche dei popoli europei”.