Economia

Lavoro, oltre 500mila assunzioni a gennaio (ma la metà dei profili non si trova)

A gennaio il “mismatch” tra domanda e offerta di lavoro interessa 250mila assunzioni delle 508mila programmate, soprattutto a causa della mancanza di candidati, seguita dalla preparazione inadeguata e da altri motivi. A evidenziarlo è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal. Dal “borsino” delle professioni risultano difficili da reperire sul mercato gli specialisti nelle scienze della vita, seguiti dagli operai addetti a macchinari dell’industria tessile e delle confezioni , dai fonditori, saldatori, montatori di carpenteria metallica, dagli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni e dai tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi. (Il Sole 24Ore)

Come detto sono oltre mezzo milione i lavoratori ricercati dalle imprese nel mese e circa 1,4 milioni per il primo trimestre dell’anno. Oltre 4mila assunzioni in più rispetto a gennaio 2023 e +69mila assunzioni prendendo come riferimento l’intero trimestre. A guidare la domanda di lavoro sono i servizi alle persone che programmano a gennaio 70mila assunzioni . Seguono commercio e le costruzioni. È negativa, però, a gennaio la tendenza prevista delle imprese del turismo e dell’industria manifatturiera.

A gennaio l’industria complessivamente ha in programma 172mila assunzioni, 121mila delle quali nelle industrie manifatturiere e nelle public utilities, mentre le altre 51mila riguardano il settore delle costruzioni. I servizi prevedono di assumere in totale 336mila lavoratori. In generale, sono le piccole e le medie imprese a prevedere per gennaio andamenti di crescita delle assunzioni. Positiva anche la previsione delle grandi imprese con oltre 250 dipendenti, mentre le microimprese della fascia 1-9 dipendenti prevedono una flessione pari a circa -4.500 assunzioni rispetto allo stesso periodo del 2023.

I contratti a tempo determinato si confermano la forma maggiormente proposta con circa 206mila unità, pari al 40,5% del totale, sebbene siano in calo rispetto a un anno fa, quando rappresentavano il 41,3% del totale. In crescita, invece, i contratti a tempo indeterminato che passano dai 122mila di gennaio 2023 agli attuali 129mila.

Sono le macro-ripartizioni del Nord-Ovest e del Nord-Est a programmare un maggior numero di assunzioni , seguite dalle Regioni del Sud e del Centro . La graduatoria regionale delle assunzioni vede, nell’ordine, Lombardia , Lazio, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e Campania.

Redazione

 

 

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