INNOVAZIONE

Autostrade, Tomasi: “Più elettrico, biogas e digitale”

“Il trasporto su gomma in Italia non ha rivali. Va reso più sostenibile. Sì alle auto elettriche e ai biocarburanti, non credo all’idrogeno. Miglioriamo le nostre capacità di prevedere traffico e meteo: così si abbasseranno i consumi, l’inquinamento e i rischi legati agli eventi estremi”. Roberto Tomasi, dal febbraio del 2019 Ad di Autostrade per l’Italia, in una intervista a “Repubblica” dimostra di avere un’idea precisa di come veicolare la mobilità del nostro Paese nell’era dei cambiamenti climatici.

Idea che ruota intorno al valore della rete: “Su seimila chilometri, noi ne gestiamo la metà, che rappresentano il tre per cento di tutte le strade italiane. E su quel tre per cento ci passa il 30 per cento delle persone e delle merci. Se annullassimo quel 30 per cento, non avremmo ottenuto qualcosa di più sostenibile, avremmo solo cancellato il sistema produttivo”. L’idea di rendere più sostenibili i trasporti facendoli migrare su ferro è tramontata: “Anche qui sono i numeri che ci aiutano a capire. Allo stato attuale la rete autostradale italiana vale circa 1.200 miliardi. È sostituibile da un altro sistema di mobilità? Se esistesse dovrebbe valere minimo 1200 miliardi, altrimenti si sarebbe già affermato. E questo ci fa anche capire che le cifre contenute nel Pnrr sono troppo piccole per poter spostare l’ago della bilancia”.

Ma non lasciamo le cose come stanno: “Assolutamente no. Dobbiamo rendere più sostenibili le autostrade e più in generale il trasporto su gomma. Il 26-27 per cento delle emissioni di gas serra è causato dal settore trasporti e circa l’85 per cento di queste è dovuto al trasporto su gomma. Visto che gli obiettivi europei prevedono un taglio del 42 per cento entro il 2030, è chiaro che il trasporto su gomma deve dare il contributo più ambizioso”. “Il passaggio alla mobilità elettrica – continua l’amministratore delegato – risolve circa un terzo dei tagli da fare entro il 2030. Un altro terzo ce lo possono dare i biocarburanti. L’ultimo terzo può arrivare dalle nuove modalità con cui ci si sposterà”.

Quanto alle auto elettriche, in autostrada non ci sono abbastanza colonnine di ricarica: “Da metà novembre ogni 50 chilometri abbiamo un’area di servizio con un fast charge. Sappiamo che non è sufficiente e stiamo lanciando gare su altre aree di servizio, oltre 100”. Capitolo biocarburanti l’ Italia ha perso la sua battaglia in Europa: “Consentirebbero di non dover cambiare tutto il parco auto e le stazioni di servizio. Ma soprattutto c’è uno studio, realizzato con alcuni dei maggiori player nazionali (Eni, Enea, Cnr, Polimi, Università Federico II) e che renderemo pubblico prossimamente, che dimostra come i biocarburanti producano meno emissioni di altre fonti considerate green. La Ue considera le emissioni prodotte `dal serbatoio alla ruota’, ma i numeri cambiano se si valuta l’intero processo: `dal pozzo alla ruota’”.

Resta l’ultimo 33 per cento, quello ottenibile con i comportamenti: “Il digitale potrà migliorare di molto l’efficienza dei trasporti, ci aiuterà a pianificare i viaggi. Sapremo prevedere gli ingorghi, facendo diventare il viaggio in autostrada molto più efficiente, in termini energetici e di spesa. Dovremo essere capaci – conclude Tomasi – di istituzionalizzare il metodo BlaBla Car: se metto due persone nello stesso veicolo, ho ridotto del 50 per cento i consumi e le emissioni”.

Redazione

 

 

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