Nel mese di ottobre sono state immatricolate in Italia 139.052 autovetture, il 20% in più rispetto allo stesso mese del 2022, risultato che porta il recupero da inizio anno a quota +20,5% rispetto a gennaio-ottobre dell’anno scorso. In prospettiva, il mercato italiano quest’anno dovrebbe attestarsi, secondo le proiezioni del Centro Studi Promotor, sul milione e 600mila unità, in crescita rispetto all’anno scorso ma comunque al di sotto dei volumi registrati prima della pandemia (-17,2%). (Sole 24 Ore)
Tra i principali brand, Fiat fa peggio del mercato da inizio anno (-2,2%) sebbene nel mese abbia registrato un aumento delle immatricolazioni del 21,3%, Volkswagen recupera in linea con il mercato mentre Renault risulta più vivace, con una crescita delle immatricolazioni intorno al 30% nel mese di ottobre e da inizio anno.
Tra i marchi in forte crescita ci sono Jeep (+36% nel mese, +46% nel gennaio-ottobre), Alfa Romeo, che ha raddoppiato i volumi da inizio anno e si avvicina al 2% di quota di mercato, Dr, nonostante il risultato negativo nel mese, Suzuki, Skoda e Tesla, che da inizio anno triplica i volumi e sfiora l’1% di quota di mercato. MG, brand cinese che si sta radicando in Italia, registra a ottobre un aumento delle immatricolazioni dell’89% mentre da gennaio quadruplica i volumi.
Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, parla di una situazione di stallo per il mercato auto. «Dalle situazioni di stallo si può uscire verso il basso o verso l’alto e questo, per l’attuale situazione dell’auto – aggiunge – significa che non è affatto scontato che i quindici mesi di crescita che ci lasciamo alle spalle saranno seguiti da un’altra serie di crescite che ci riporteranno ai volumi di vendite necessari per impedire ulteriori invecchiamenti del parco, con il pericolo quindi di avere più inquinamento e meno sicurezza in una situazione in cui la transizione energetica acquisirà sempre più il carattere di un sogno irrealizzabile».
Se i dati del mercato europeo dicono che senza incentivi le vendite di auto elettriche tendono a frenare, sul mercato italiano la situazione è ancora diversa perché la quota di full electric il mese scorso è stata soltanto del 4,1% anche grazie ad un numero significativo di immatricolazioni di auto elettriche in capo ai concessionari (chilometro zero). «La possibilità di far uscire il mercato dell’auto dallo stallo a bassa quota delle vendite è ora nelle mani del Governo in carica – conclude Quagliano –, il Paese si attende che non resti con il cerino in mano e che prenda invece i provvedimenti necessari».