Economia

Madri lavoratrici domestiche escluse dalla decontribuzione per la natalità

Le nuove misure per incentivare la natalità, contenute nella legge di bilancio, escludono dai benefici della decontribuzione le oltre 5 mila madri occupate nel lavoro domestico. È la denuncia che arriva dall’Osservatorio Domina (Associazione nazionale famiglie dei datori di lavoro domestico) che sottolinea da anni come le lavoratrici domestiche non abbiamo le stesse tutele delle altre lavoratrici dipendenti in caso di maternità. (Sole 24 Ore)

Nella legge di bilancio le mamme lavoratrici con almeno due figli, in base all’articolo 37, potranno usufruire di una decontribuzione (si tratta di un esonero del cento per cento della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore fino al diciottesimo anno di età del figlio più piccolo in caso di tre figli e fino al decimo anno di età del figlio più piccolo nel caso di due figli, ndr) che aumenterà la loro busta paga. Misura che sarà applicata a «tutte le lavoratrici dipendenti con contratto a tempo indeterminato, ad esclusione dei rapporti di tipo domestico».

Domina evidenzia come non sia questa l’unica norma che non si applica alle lavororatrici domestiche, che vengono anche escluse dall’aumento contributivo di un mese del congedo parentale, visto che l’INPS paga a queste lavoratrici solo la maternità obbligatoria (5 mesi) e non il congedo parentale (facoltativo).Inoltre, a differenza delle altre lavoratrici dipendenti che possono usufruire della maternità senza particolari vincoli, le lavoratrici domestiche devono aver accumulato un numero minimo di contributi. Oltre alla mancanza di congedo facoltativo non hanno diritto ai permessi per allattamento, né al congedo per la malattia del figlio.Nel 2022 questa mancanza di tutele ha riguardato 5.375 lavoratrici nel settore domestico.

Dall’analisi della serie storica delle lavoratrici con almeno un giorno di maternità si vede come il trend sia decrescente. Nel 2015 le “mamme” in ambito domestico erano oltre diecimila, mentre progressivamente i valori sono andati a diminuire fino a dimezzarsi nell’ultimo anno in esame.Anche dal confronto con le altre dipendenti si evidenzia come la maternità non sia molto diffusa in ambito domestico. Mediamente negli altri settori nel 2022 hanno usufruito delle maternità obbligatoria 3,5 dipendenti ogni 100, mentre in ambito domestico questa percentuale diminuisce allo 0,7 ogni 100. Sicuramente il fatto che nel settore siano presenti molte lavoratrici più mature porta ad una minore presenza di “maternità”, ma rimane il fatto che queste lavoratrici non hanno le stesse tutele delle altre lavoratrici dipendenti.

«Garantire anche alle “mamme” impiegate nel lavoro domestico gli stessi diritti delle altre dipendenti è doveroso – commenta Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di Domina -. Si tratta di lavoratrici indispensabili per le famiglie che ci consentono di gestire i nostri cari e le nostre case, e che devono avere tutti gli strumenti per gestire i loro figli».

Redazione

 

 

Articoli Correlati

Lascia un commento

Back to top button
Do NOT follow this link or you will be banned from the site!