Incremento della misure di supporto per il pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido. Decontribuzione per le lavoratrici con figli. Esclusione titoli di Stato dal calcolo Isee. Sono alcune delle misure contenute nel capitolo “Famiglia, pari opportunità e politiche di intervento in materia sociale” all’interno della bozza della manovra. (Sole 24 Ore)
Uno sgravio contributivo al “100%” fino comunque a un “massimo di 3000 euo annui”, senza limiti di reddito, quindi per tutte le lavoratrici con figli a esclusione del «lavoro domestico»: è quello previsto nella bozza della manovra tra le misure per favorire la natalità. Lo sconto sui contributi per la quota a carico della lavoratrice dipendente è legato al numero di figli: per le mamme con due figli dura fino ai 10 anni del bimbo più piccolo, per chi ne ha tre lo sconto sui contributi dura più a lungo, fino ai 18 anni del figlio più piccolo.
Arriva poi l’incremento del bonus per pagare le rette agli asili nido pubblici e privati. Ma è destinato solo ai secondi figli nati dal primo gennaio 2024 in nuclei con già un minore under 10 e un tetto Isee di massimo 40.000 euro. Lo prevede una bozza della manovra. È “elevato a 2.100 euro” l’incremento introdotto nel 2020 che ha innalzato da 1.500 euro a un massimo di 3.000 euro l’attuale beneficio.
Niente più Iva al 5% però per i prodotti per l’infanzia e per la cosiddetta tampon tax: la bozza della manovra prevede infatti che latte in polvere e preparazioni per l’alimentazione dei bimbi, così come assorbenti, tamponi e coppette mestruali, passino tra i prodotti soggetti all’Iva al 10%. Confermato il congelamento per altri sei mesi, fino a fine giugno, di plastic e sugar tax. Le due imposte, introdotte con la manovra per il 2020 e mai entrate in vigore, dovrebbero quindi scattare dal 1 luglio 2024, salvo ulteriori interventi.