Il decreto legge doveva essere sul tavolo del Consiglio dei Ministri il 23 ottobre: è slittato alla prossima settimana perché non è ancora stata trovata la quadra su alcuni punti chiave del provvedimento. Le misure da rivedere sono il rinvio della fine del mercato tutelato di luce e gas, un polo per l’eolico offshore al Sud, le concessioni per l’idroelettrico. (Sky Tg 24)
Il mercato tutelato di gas ed elettricità riguarda circa 10 milioni di utenti italiani, un terzo del totale. Per loro, le bollette sono fissate dall’autorità pubblica Arera. Gli altri utenti di luce e gas hanno scelto di passare al mercato libero: qui le tariffe in bolletta sono stabilite dalle società energetiche. La fine del mercato tutelato al momento è fissata al 10 gennaio 2024 per le bollette del gas e al primo aprile per l’elettricità.
Dopo queste scadenze, il passaggio al mercato libero riguarda solo 5,5 milioni di utenti. Per gli altri 4,5 milioni, giudicati “vulnerabili”, il mercato tutelato rimane. Rientrano in questa categoria persone povere, malate, disabili, ultra-75enni, che vivono in zone disastrate. Di fronte alla crisi energetica, però, in molti – a partire dalle associazioni di consumatori – hanno chiesto una proroga di questa scadenza per tutti, anche se il superamento del mercato tutelato è uno degli obiettivi previsti dal Pnrr e concordati con l’Europa.
Riguardo al mercato tutelato, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica aveva pensato a un rinvio da 6 mesi a un anno. “Non è una proroga giuridica”, aveva spiegato il ministro Gilberto Pichetto Fratin, ma un allungamento dei termini per dare “garanzia d’informazione alle famiglie e di rapporto con le banche”. Il rinvio era già pronto nella bozza del dl, ma è stato stoppato all’ultimo: la norma, hanno detto fonti del Mase, “non era ancora perfezionata”. “Siamo alla fase di rivedere le virgole”, ha commentato il ministro.
Discorso simile per il progetto di un polo per l’eolico offshore al Sud. La bozza del dl prevede che entro 6 mesi dall’entrata in vigore vengano individuati due porti nel Mezzogiorno dove installare cantieri navali per costruire le piattaforme eoliche galleggianti e le relative infrastrutture. L’idea di concentrare la costruzione degli impianti al Sud deriva dal fatto che l’eolico in mare in Italia può essere realizzato solo lì, dove c’è vento abbondante, e solo su piattaforme galleggianti ancorate ai fondali, data la profondità di questi.
Per il polo dell’offshore, il decreto prevede 80 milioni di euro per il 2024, 170 milioni per il 2025 e 170 milioni per il 2026. Entro 90 giorni dall’individuazione, le aree devono essere date in concessione a società di costruzioni navali qualificate. Data l’entità dell’investimento, e il suo ruolo strategico per fare del Mezzogiorno un hub energetico, il Mase ha preferito prendersi una settimana in più, per definire bene il testo.
Per Agostino Re Rebaudengo, presidente Elettricità Futura, l’eolico offshore è una tecnologia “interessante” per l’Italia, anche se “i costi sono ancora alti”. “In Europa siamo primi nella produzione di strutture di ferro e acciaio, primi nella produzione di piattaforme galleggianti, secondi nella produzione di acciaio e nelle piattaforme offshore. Già abbiamo un buon posizionamento. Stiamo facendo pochissimi impianti, ma sarebbe molto importante definire la possibilità di realizzarli e allacciarli alla rete” in modo da “far partire la tecnologia”.
Il terzo punto ancora da limare nel decreto energia sono le concessioni per l’idroelettrico. Il provvedimento prevede, oltre alle gare regionali, la possibilità per le aziende già concessionarie o in scadenza di presentare un piano di investimenti. Ma questa eventualità potrebbe essere in contrasto con gli impegni italiani di riforma legati ai fondi del Pnrr. Su questo dossier è ancora in corso un confronto con Bruxelles.
Queste tre misure – rinvio della fine del mercato tutelato di gas e luce, creazione di un polo per l’eolico offshore galleggiante nel Mezzogiorno, concessioni per l’idroelettrico – secondo fonti del governo devono ancora essere perfezionate e richiedono un supplemento di istruttoria. Per questa ragione, la bozza del decreto legge Energia è stata rinviata a un Consiglio dei ministri che si terrà nella prossima settimana.