Rallenta la crescita sul mercato europeo dell’auto nel mese di settembre: le immatricolazioni nell’area (Ue, Efta e Gran Bretagna) sono state un milione e 166.728, l’11,1% in più rispetto all’anno scorso. Da inizio anno il recupero dei volumi rispetto al 2022 è stato in realtà del 17%. Secondo il Centro Studi Promotor questo raffreddamento è legato «al venir meno di incentivi all’acquisto di auto elettriche in particolare nel mercato
tedesco che è il più importante dell’area e che in settembre accusa infatti un calo dello 0,1%». (Sole 24 Ore)
Nel complesso, il mercato auto dell’area euro si attesta comunque sotto la soglia del 2019 (-21,3%), manca ancora all’appello un’auto su cinque rispetto al periodo precedente al Covid. I due principali gruppi automobilistici, Volkswagen e Stellantis, crescono nel mese del 15 e del 13% ma da inizio anno i tedeschi registrano maggiori volumi sul 2022 pari al 23% – grazie al buon andamento di tutti i brand – mentre gli italo-francesi si attestano al +5,5% a causa delle performance negative di Fiat e Citroen.
Jeep aumenta di un quarto le vendite da inizio anno mentre Alfa Romeo registra un trend di crescita tra i più significativi nell’area. Vanno bene anche le vendite di Renault (+20,6% da gennaio) che dunque si consolida al terzo posto in Europa prima di Hyundai. Sostenuto da inizio anno il recupero di Bmw e Mercedes mentre Tesla raddoppia i volumi in Europa da inizio anno e si avvicina al 2% della quota di mercato.
In generale, sul recupero dei volumi nel settore incide il portafoglio ordini accumulato nei mesi scorsi e smaltito a rilento a causa delle difficoltà legate di approvvigionamento di semiconduttori e microchip e ai ritardi della produzione. Quello che preoccupa invece è che la raccolta di nuovi ordini risulta «insoddisfacente per consentire un ritorno in tempi brevi ai livelli ante-pandemia» dice il Centro Sudi Promotor.
Sulla propensione all’acquisto di auto stanno incidendo diversi fattori negativi: i tempi di evasione degli ordini sono ancora particolarmente lunghi, la transizione energetica in atto poi spinge gli automobilisti a rinviare gli acquisti, infine pesa l’aumento dei prezzi delle auto.