Decontribuzione per le madri lavoratrici, rafforzamento del fondo asili nido, rifinanziamento della Carta “dedicata a te” e il 60% della retribuzione per il secondo mese di congedo parentale. (La Repubblica)
La manovra destina un miliardo agli «incentivi alla natalità» più che alle famiglie, come del resto precisa la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa: i fondi vengono infatti indirizzati al sostegno dei genitori e in particolare delle madri con almeno due figli, meglio ancora se con tre, mentre nulla arriva per i single, le coppie senza figli o per chi si fa carico del lavoro di cura a sostegno di anziani e disabili.
Il sostegno per i nidi premia i nuclei con redditi medio-bassi: varia da 1.500 a 3.000 euro l’anno a seconda di quanto risulta dall’Isee (che tiene conto di case e risparmi). Resta invece invariato l’Assegno Unico per i figli, nonostante nelle scorse settimane se ne ventilasse un rafforzamento.
Una novità riguarda le mamme che lavorano: sarà lo Stato a pagare i contributi previdenziali per quelle che hanno due o più figli. L’agevolazione, che si traduce in una busta paga più ricca, varrà fino a quando il secondo figlio non avrà dieci anni, se però i figli sono tre se ne beneficerà sino a quando il più piccolo diventerà maggiorenne. Le mamme rientrano, inoltre, nella più ampia categoria di persone per le quali c’è un incentivo alle aziende che assumono a tempo indeterminato.
Annunciato, poi, un potenziamento del congedo parentale retribuito per le mamme e i papà, con un mese in più pagato al 60 per cento dello stipendio da utilizzare finché il figlio ha sei anni.