Attualità e politica

Concorso dirigenti scolastici: arrivano le quote blu. In caso di parità priorità all’uomo

La regola sulla priorità di genere nei concorsi pubblici, nella scuola finisce per premiare i maschi che sono di meno sia trai i presidi che tra i docenti. Ecco le nuove regole. Valditara: è un principio generale (Corriere).

Le «quote blu» sono un neologismo dal 2008, quando la Treccani ha certificato la definizione coniata dal ministro dell’Istruzione Beppe Fioroni in un’intervista a Paolo Conti sul Corriere: «Siamo l’unico settore che non ha bisogno delle quote rosa ma di quote blu», aveva detto il ministro a proposito della scuola. E il sito del dizionario da allora recita: «Quota blu loc. s.le f. (iron.), percentuale di docenti di sesso maschile che si dedicano all’insegnamento nella scuola».

Dal prossimo anno però si passa dalla carta alla realtà: il concorso per dirigenti scolastici che si svolgerà nel giro di qualche mese prevede espressamente all’articolo 10 del bando che, «considerate le percentuali di rappresentatività di genere in ciascuna regione, viene garantito l’equilibrio di genere applicando nelle regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto, in cui il differenziale tra i generi è superiore al 30 per cento, il titolo di preferenza in favore del genere maschile in quanto meno rappresentato».

Tradotto dal burocratese, in tutta Italia tranne che in Sardegna, dove la percentuale è 61 a 39 per le donne e in Valle d’Aosta e Molise dove non ci sono posti disponibili per questa tornata di assunzioni, in caso di parità in graduatoria alla fine del concorso, sarà data priorità al candidato rispetto alla sua collega. È l’effetto del decreto del giugno scorso che introduce le norme per il riequilibrio di genere nella pubblica amministrazione: se negli altri settori questa è una quota rosa o, come si legge nelle nuove norme, un criterio di discriminazione positiva per evitare o compensare «svantaggi nelle carriere al genere meno rappresentato», a scuola la quota diventa blu.

Gli insegnanti in Italia siano per la maggioranza donne è una realtà che affonda addirittura alla fine del XIX secolo, subito dopo l’unità d’Italia: oggi la percentuale è ancora in leggero aumento, poiché è passata negli ultimi dieci anni dall’80 all’83 per cento. Nelle scuole elementari le maestre sono il 95 per cento. Ma per quanto riguarda i presidi per lungo tempo, fino agli anni 2000 c’erano due uomini ogni tre posti. Sono stati gli ultimi concorsi – l’ultimo tre anni fa aveva quasi tremila posti a bando su ottomila scuole – a far pendere il piatto della bilancia verso le donne. Questa volta in palio ci sono 587 posti.

Le quote blu non sono una notizia a Viale Trastevere: è una norma della pubblica amministrazione, la parità vuol dire anche questo, spiegano i collaboratori del ministro Giuseppe Valditara. «Siamo il settore in cui la parità è già stata raggiunta e superata – chiosa il presidente del sindacato dei presidi Anp Antonello Giannelli – mi sembra una buona notizia». Va detto che visto il numero di posti e lo scorrimento delle graduatorie che costituisce la coda di ogni concorso, i casi in cui le quote rischiano di escludere effettivamente una candidata a favore del suo collega saranno molto pochi. Ma il principio è sancito e sarà ribadito anche nel prossimo concorso per gli insegnanti il cui bando è previsto in arrivo.

Redazione

 

 

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