Sono 191,5 i miliardi di euro del Pnrr, ripartiti in 69 miliardi di sovvenzioni e 122,5 miliardi di prestiti. Per ottenerli tutti l’Italia deve raggiungere 525 obiettivi (tra milestone e target), 190 misure tra riforme e investimenti da mettere a terra. (Sole 24 Ore)
Fino a qui, Roma ha ricevuto da Bruxelles quasi 67 miliardi di euro per sostenere gli interventi inseriti nel piano: i primi 24,9 miliardi sono stati erogati ad agosto 2021 in forma di pre-finanziamento (pari al 13% del totale), suddivisi in 9 miliardi a fondo perduto e 15,9 di prestiti. La prima rata da 21 miliardi è poi arrivata ad aprile 2022, distribuita in 10 miliardi di sovvenzioni e 11 di prestiti. Un importo di uguale misura e identica ripartizione è stato incassato a dicembre 2022 per la seconda tranche.
Dopo l’accordo con la Ue non cambia l’importo complessivo di terza e quarta rata attese nel 2023 (35 miliardi di euro), ma cambia la ripartizione. La terza rata avrà 54 obiettivi (invece dei 55 previsti dal cronoprogramma) per 18,5 miliardi di euro (invece di 19). Mentre per la quarta gli obiettivi diventano 28 (invece di 27) per 16,5 miliardi (invece di 16).
Il governo ha più volte chiarito che non esiste una scadenza semestrale per la richiesta dei fondi Ue, bensì il vincolo da rispettare sono due richieste all’anno, non necessariamente ogni sei mesi. Inoltre, la rimodulazione del Pnrr che il governo ha intenzione di presentare a breve, rivedrà diversi obiettivi, a partire da quelli legati alla quinta rata da 18 miliardi. Saranno chiesti nei primi giorni del 2024, dopo aver completato gli obiettivi entro l’anno. Sempre nel 2024 il governo potrà chiedere anche la sesta rata, da 11 miliardi. Mentre nel 2025 sul tavolo ci sono la settima da 18 miliardi, e l’ottava da 11 miliardi. Le ultime due nel 2026: la nona da 13 miliardi e la decima da 18,1 miliardi.