A Superquark lo mandarono a spiegare cosa sono le criptovalute. All’epoca Fabio Panetta era ancora in Banca d’Italia, ma era già noto per il suo eloquio schietto, rapido, efficace. E capirono che sarebbe stato il tecnico più adatto per svelare al grande pubblico l’oscuro arcano delle monete virtuali. (Repubblica)
Panetta, 63 anni, è romano di nascita ma figlio del ciociaro Paolino, leggendario sindaco democristiano di Pescosolido, che poi divenne anche consigliere del repubblicano Giovanni Spadolini. Ed è quella la sua matrice politica, ripete da anni in privato quando qualcuno, in pubblico, lo assimila alla destra. Mentre in privato e in pubblico, Panetta spazia da Seneca a Sordi, da Lucio Battisti a Shakespeare, anche quando disquisisce di massa monetaria o di disancoraggio delle aspettative. Una mosca bianca nell’ambiente dei banchieri centrali. Ma una cosa è certa. A Francoforte, lascerà una voragine.
Ascoltatissimo da Christine Lagarde, continua a insistere da mesi perché la Bce non strangoli la crescita pur di accontentare la ‘angst’ (la paura) dei colleghi nordici dell’inflazione. Ma i falchi sono in prevalenza. E ignorano anche i segnali più evidenti che gli aumenti di tassi di interesse stanno strozzando la crescita e innervosendo i mercati. Peraltro, nei mesi scorsi è stato sempre Panetta il primo a diventare molto esplicito nei confronti delle aziende, quando la Bce ha cominciato a capire che parte dell’inflazione attuale è dovuta alla loro avidità: «Rischiamo una spirale profitti-prezzi».
In autunno, Panetta torna a casa, per guidare quella Banca d’Italia dove è cresciuto professionalmente dopo studi a Roma e alla London School of Economics.