C’é voglia di crescere, sviluppare, investire. Di utilizzare tutti gli spazi disponibili e le risorse in campo a partire da quelle del Pnrr. In tre giorni di panel conclusisi oggi, il Forum in masseria promosso da Bruno Vespa a masseria Li Reni (Manduria, nel Tarantino) con la regia di Comin&Partners ha ospitato anche la voce di banche e imprese accanto a otto ministri (Fitto, Urso, Salvini, Crosetto, Lollobrigida, Schillaci, Pichetto Fratin e Sangiuliano) e al premier Giorgia Meloni, che ha inaugurato la rassegna la mattina del 9 giugno. Dal made in Italy di eccellenza alle produzioni, dal sostegno all’export alla cultura, c’é vivacità e il Forum lo ha raccontato con una serie di testimonianze. (Sole 24 Ore)
«Noi siamo da diverso tempo positivi sul Paese e in questo momento lo siamo ancora di più – dichiara Marco Hannappel, presidente e ad di Philip Morris Italia e al vertice di Philip Morris International Europa Sud Occidentale -. Philip Morris è in Italia da 60 anni. Abbiamo fatto un grande passo nel 2016 aprendo la fabbrica più grande al mondo, che é anche il più grande impianto produttivo in Italia negli ultimi 25 anni. Un miliardo e 225 milioni di investimento. Legato ad altri investimenti nel gruppo per 500 milioni e a dei servizi che digitalmente possiamo fornire dal Sud, alcuni da Taranto».
Taranto è interessata da un investimento di Philip Morris. «Abbiamo annunciato 165 persone due anni fa, ne lavorano già 370 – rivela Hannappel -. E in Italia non facciamo solo i prodotti del tabacco ma le fabbriche. Cioè, ristrutturiamo le fabbriche antiche, le facciamo sostenibili, tutto con tecnologia italiana. La Germania – ricorda il presidente e ad di Philip Morrris -, era in finale con noi per fare l’impianto produttivo. L’abbiamo spuntata col fatto che l’Italia ha il vero asset competitivo: una serie di imprese sia agricole che industriali che, messe tutte insieme, creano una catena di valore estremamente competitiva a livello mondiale. Oggi Philips Morris pesa più di mezzo punto di Pil italiano, offre lavoro in via diretta e indiretta a 38mila persone da una fabbrica che, sei anni fa, era un campo di sterpaglie».
«Essere un’azienda accogliente significa avere uffici piacevoli e affrontare la sfida del cambiamento della leadership senza errori», evidenzia Walter Ruffinoni, ad di Ntt data. «Oggi – sostiene – sentiamo profondamente il Made in Italy: siamo 6.000 e il nostro fatturato ammonta a 600 milioni di euro. Abbiamo preso la decisione di investire nelle città di Cosenza, Napoli e Bari, oltre che in tutta Italia. Assumiamo tra 1000 e 1200 giovani ogni anno e dopo la pandemia il 50% delle nostre risorse è entrato in azienda».