Solo nel settore dell’automotive, con la messa al bando dei motori deciso dalla Ue a partire dal 2035, stando alle stime dell’Associazione dei costruttori d’auto in Italia ci sono ben 70mila posti a rischio. (Corriere della Sera)
La transizione ecologica (insieme a quella digitale) rischia di lasciare sul terreno morti e feriti anche in altri settori, dalla siderurgia al comparto dell’elettrodomestico a quello, fortissimo sinora in Italia, della produzione di caldaie e bruciatori. I sindacati metalmeccanici da mesi premono sui governi, prima su Draghi, ora su Meloni, per avere risposte senza grandi risultati.
I tavoli crisi al ministero non fanno grandi passi in avanti mentre le scadenze della transizione si avvicinano sempre più. “Occorre rimettere al centro del Paese il lavoro industriale per realizzare una transizione sostenibile sia dal punto di vista sociale che ambientale” segnalano i sindacati dei metalmeccanici che questa mattina annunceranno per questo l’avvio di un percorso di mobilitazione unitario che, come prima tappa prevede 4 ore di sciopero nella prima metà di luglio.