La Bce ha rallentato il ritmo degli aumenti a inizio mese con un rialzo di 25 punti base, ma ha segnalato che ci saranno ulteriori giri di vite.
La Banca centrale europea dovrà alzare ancora il costo del denaro nelle prossime riunioni, ma la maggior parte del lavoro è già stata fatta. «Una significativa parte del viaggio è già stata percorsa, c’è ancora una parte di strada da fare, ma probabilmente la parte che ci aspetta è più corta. Non so però quale sarà il punto finale», ha detto il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, parlando da Madrid. (Sole 24 Ore)
La Bce ha rallentato il ritmo degli aumenti a inizio mese con un rialzo di 25 punti base, ma ha segnalato che ci saranno ulteriori giri di vite. Permane infatti la preoccupazione per l’andamento dell’inflazione core, che «è ancora particolarmente allarmante per quanto riguarda i servizi», ha specificato il vicepresidente dell’Eurotower, ricordando che il mese scorso l’inflazione dell’Eurozona è salita al 7%, dal 6,9% di marzo, in linea con le previsioni, ma un dato che conferma rialzi ancora «ostinati». Parlando da Madrid, de Guindos ha sottolineato che «i servizi stanno sostenendo la crescita in Europa molto più del comparto manifatturiero e questo è il motivo per cui Spagna e Italia stanno crescendo più della Germania».
Guardando alle previsioni sul Pil, il vicepresidente della Bce ha ricordato che è attesa per l’Eurozona una crescita più moderata «attorno all’1% nel 2023», ma ha sottolineato che «l’aspetto positivo è che la recessione tecnica è stata evitata», almeno per il momento.