Alla fine il governo su Spid, il sistema pubblico dell’identità digitale, ha deciso di prorogare di altri due anni, dopo che gli identity provider avevano minacciato di abbandonare il servizio in scadenza il 23 aprile a fronte di costi ritenuti non più sostenibili.
L’emendamento fa riferimento a una nuova convenzione da stipulare con l’Agenzia per l’Italia digitale senza specificarne la durata. Il 31 marzo il Sottosegretario Alessio Butti, replicando a un’interpellanza di M5S alla Camera, ha parlato della necessità di «un serio processo di razionalizzazione del sistema di identità digitale, attraverso un unico strumento di accesso per tutti i servizi della pubblica amministrazione e per il servizio sanitario», come riporta Il Sole 24 Ore.