La Stampa riporta i tristi numeri: sono 2.900 le beneficiarie attuali della formula Opzione donna. L’obbiettivo era quello di permettere alle 58enni di accedere a tale formula, ma il problema è dato come sempre, dalle scarse risorse finanziarie del nostro paese. Il Mef, nonostante le ingenti richieste del Ministero del Lavoro non ha ancora saputo fornire una soluzione. Il tavolo tecnico dei sindacati su questo tema, dedicato al pre-pensionamento femminile si apre questa mattina. Quest’anno, rispetto ai requisiti precedenti di Opzione donna dello scorso anno (durante il quale bastava aver maturato 58 anni per le donne lavoratrici dipendenti e 25 di contributi), per lasciare in anticipo il lavoro occorrerà aver compiuto almeno 60 anni ma non solo: si dovrà appartenere a categorie specifiche di lavoratrici, caregiver, licenziate o dipendenti di imprese per le quali vi è in corso un tavolo di crisi, o invalide al 74%. Questa soluzione dunque resta: ma la platea delle beneficiarie come già spiegato in precedenza si riduce notevolmente.
Il governo vorrebbe tornare a riproporre la soluzione precedente del pre-pensionamento a 58 anni per le lavoratrici senza particolari condizionalità, ma al momento la sfida resta sempre la stessa: trovare le coperture economiche.