Quest’anno l’emergenza numero uno nelle carceri non è più il sovraffollamento, ma è il numero di suicidi. Il ministro Carlo Nordio ha ricevuto la notizia che, ai primi di dicembre, i suicidi in carcere sono arrivati a quota 79, riporta Il Giornale. Il numero non è confrontabile con le statistiche degli ultimi anni, e ha un valore di diciotto volte maggiore rispetto alla percentuale di suicidi tra le persone libere. Per quanto il sovraffollamento sia sicuramente una delle cause che portano i detenuti al suicidio, non possono essere sottovalutati anche altri fattori come il disagio psichico, la fragilità, la solitudine ed il fatto che circa il 40 per cento dei carcerati faccia uso di psicofarmaci.
L’atro dato che colpisce è che 31 dei detenuti che hanno commesso suicidio erano in attesa del giudizio di primo grado. Il Garante nazionale dei detenuti Mauro Palma afferma che Il 62 per cento dei suicidi avviene nei primi sei mesi di carcere dunque lo stigma percepito dell’essere approdati in carcere sembra costituire l’elemento cruciale che spinge al gesto estremo. Nordio conferma che la priorità sarà quella di costruire nuove strutture, però in Italia i tempi sono lunghissimi dunque è necessario trovare soluzioni alternative. La prima potrebbe essere quella di utilizzare le caserme dismesse, e rimane sempre il tema delle pene alternative per reati che non sono di particolare allarme sociale, per esempio per i tossicodipendenti, che sono circa il 40 per cento dei carcerati, una soluzione alternativa potrebbe essere quella di essere destinati a comunità dove sia garantita la massima sicurezza.