Uno dei molteplici effetti collaterali della crisi energetica riguarda anche il pellet e la legna da ardere, diventati dei veri e propri oggetti del desiderio per gli italiani spaventati dalla carenza di gas.
Entrambe le fonti, infatti, sono oggi introvabili e, quando lo sono, ci si trova di fronte a dei costi esorbitanti. I prezzi, riporta il quotidiano La Stampa, sono più che raddoppiati: la legna da ardere è passata dai 150 ai 300 euro per un bancale (7 quintali), mentre il pellet è passato dai 5 euro pre crisi ai 13-15 attuali.
A pesare sugli aumenti da un lato c’è il boom della domanda e dall’altro anche il blocco indetto dai paesi dell’Est, grandi produttori dei materiali. Bosnia, Slovenia e Croazia sono tra i più grandi esportatori di legname e pellet verso l’Italia, ma al momento hanno giocato la carta protezionistica.
Di pari passo con legna e pellet è esploso anche il mercato delle stufe che fa registrare +8% nel primo semestre del 2022, con il dato che è destinato a crescere per la fine dell’anno.