Il Ministero della Difesa russo ha chiesto al Tribunale di Mosca di decretare lo scioglimento del ramo locale dell’agenzia ebraica: si tratta di un ente semi-governativo israeliano che gestisce l’immigrazione verso Israele.
Secondo quanto riportato da Repubblica, si tratterebbe di una mossa che vendicativa nei confronti dell’atteggiamento di Gerusalemme giudicato da Mosca troppo filo-Ucraina.
Con questa decisione delle autorità russe molti ebrei potrebbero rimanere bloccati. La legge, infatti, dà diritto a migrare nel Paese a tutti coloro che hanno almeno un nonno ebreo: oggi sarebbero quasi 600mila persone in Russia.
Dopo la caduta dell’Urss, infatti, molti hanno cominciato a emigrare, con un aumento di trasferimenti sempre più crescente sia dopo l’invasione della Crimea del 2014 che dopo l’inizio della guerra lo scorso febbraio.
A inizio luglio però il Jerusalem Post aveva rivelato che l’agenzia ebraica aveva ricevuto dalle autorità di Mosca una comunicazione contenente contestazioni circa la legalità delle proprie attività, in particolar modo in merito al trattamento dei dati dei cittadini russi.
Nonostante un immediato ridimensionamento, la scorsa settimana è arrivato l’annuncio del tribunale con l’udienza fissata per il 28 luglio 2022. Nel frattempo il premier Lapid lavora per ricucire: “Israele è pronto al dialogo”.