Nonostante la crisi energetica, l’aumento dei prezzi e i razionamenti delle forniture russe, l’Italia continua a non produrre gas necessario, anzi, dagli ultimi dati del Ministero dello Sviluppo, la produzione è diminuita.
Come riportato dal quotidiano libero, dall’impennata dei prezzi dell’energia dello scorso anno, il Ministro della Transizione energetica Roberto Cingolani aveva annunciato una serie di misure per far ripartire l’estrazione dai nostri giacimenti, con un piano operativo che era iniziato a circolare da febbraio.
Con la guerra, a marzo, il governo si è dato l’obiettivo di aumentare l’estrazione di gas su territorio italiano a 2,2 miliardi di metri cubi, quasi un raddoppio. Il tutto con una serie di investimenti e semplificazioni per riaprire i giacimenti già esistenti.
Tuttavia, a maggio, la produzione di gas italiano è arrivato a 1,3 miliardi di metri cubi, ovvero il 4% in meno rispetto allo stesso periodo del 2021. La causa, riporta Libero, sta nel fatto che non è stata messa mano al Pitesai, ovvero il piano per la transizione energetica sostenibile, che prevede talmente tanti vincoli e paletti da bloccare tutto. Risultato? La produzione è diminuita.
Inoltre, continua Libero, ci sono anche riserve sui rigassificatori. A Piombino, la nave rigassificatrice di Snam è pronta, ma sindaco, giunta e Regione Toscana non sembrano voler tenere la nave ormeggiata al largo per 25 anni. A dichiararlo il governatore Giani: “Come commissario posso chiedere alla popolazione un sacrificio per un periodo transitorio di non più di tre anni”. Un periodo talmente breve da non permettere nemmeno il rientro delle spese.