Lo storico britannico Niall Ferguson, che interverrà oggi al Global Policy Forum ospitato dall’Ispi subito dopo l’intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha rilasciato un’intervista sulla situazione Ucraina con focus sul ruolo degli Stati Uniti.
“Questa guerra non sta aiutando Joe Biden nel modo in cui alcuni pensavano che avrebbe fatto. Oggi il più grande problema interno dell’America è l’inflazione, non l’Ucraina. E questa guerra chiaramente non aiuta l’amministrazione a risolverla, visto l’impatto che sta avendo sui prezzi dell’energia e dei generi alimentari in tutto il mondo” ha detto Ferguson.
Lo storico, punta il dito contro il Presidente Usa, come l’uomo che può fermare la guerra: “Finché Washington non si impegnerà a porre fine alle ostilità, mi sembra probabile che queste proseguano fino all’estate e oltre il 2022, perché è diventata una guerra di logoramento e i russi hanno molta artiglieria e uomini da impegnare”.
E su Zelensky, dice: “Credo che sappia che più dura la guerra più sarà difficile ricostruire l’Ucraina e renderla una democrazia stabile. Una delle lezioni della storia è che più va avanti una guerra, più difficile diventa trovare la pace. Sarebbe stato meglio cercare un cessate il fuoco nelle prime 3-4 settimane, dopo che i russi hanno fallito nella presa di Kiev, invece di lasciare andare avanti le ostilità e consentire che Mosca acquisisse un vantaggio” dichiara Ferguson.
Mentre, sul viaggio dei tre leader europei in Ucraina, Draghi, Macron e Scholz, dice: “Draghi, per il quale nutro il massimo rispetto, sta cercando di trovare un equilibrio molto delicato tra le necessità economiche europee e quella di fermare la guerra. Ed è positivo che sia Draghi a prendere l’iniziativa perché Macron ha un po’ danneggiato la sua credibilità mostrandosi troppo ansioso di trattare con Putin. E Scholz, in quanto relativamente inesperto come cancelliere, ha faticato a trovare il tono giusto”.
In questo senso: “Gli Stati Uniti devono capire che questa guerra diventerà molto più problematica per l’Europa dal punto di vista economico con l’avvicinarsi dell’inverno. Anche i russi lo sanno, ed è per questo che stanno già iniziando a tagliare il gas, per segnalare ciò che accadrà quando il clima si raffredderà”.
E pertanto, conclude: “Penso sia molto importante che ci sia una posizione europea unitaria cui Zelensky sia allineato, in modo che non si crei una spaccatura tra Kiev e le capitali della Ue. Il problema ora è che gli Stati Uniti devono capire cosa stanno cercando di ottenere esattamente, perché non può essere nell’interesse degli Stati Uniti avere un altro conflitto interminabile che diventa un pozzo senza fondo di denaro. L’amministrazione Biden si renderà conto che non c’è nessuna possibilità che la Russia perda, non c’è nessuna possibilità di un regime change a Mosca, e non è nemmeno chiaro se tutto questo stia funzionando come deterrente per la Cina”.