Il ghiacciaio della Marmolada è il più grande delle Dolomiti, ma a causa del caldo torrido e delle temperature sempre più alte, rischia di sciogliersi.
“Grigio, spellato e inaridito” lo definisce il Corriere della Sera che, grazie a un volo sopra il ghiacciaio, ha riportato la situazione del gigante dolomitico: “Visto dall’alto sembra una desolata distesa a macchie con un solo fascino indiscutibili”.
A commentare la situazione critica è Cristian Ferrari, che guida la Commissione glaciologica degli alpinisti tridentini: “È moribondo e difficilmente recuperabile” è la sua diagnosi. E spiega: “Sul Pian dei Fiacconi, la neve è quasi sparita, questa è una situazione da estate inoltrata”.
Il fronte del ghiaccio infatti, arretra di anno in anno e i numeri lo dimostrano: nel 2013 il ghiacciaio si estendeva per 190 ettari, nel 2020 gli ettari sono scesi a 150. Nel 1800, riporta il Corriere, erano oltre quattro volte di più (680).
Ferrari infatti commenta: “Dal duemila c’è stata un’accelerazione impressionante del fenomeno di fusione che naturalmente ha ricadute sull’ecosistema, sulle riserve d’acqua e sulla regolazione del regime idrico di fondovalle”.
Infatti, se sulla cima il ghiaccio sta scomparendo, i problemi si risentono anche a valle: va male infatti ai torrenti, ai fiumi e ai laghi che vengono alimentati anche da questo “rubinetto naturale”. Ma non è solo un problema di scarse precipitazioni, la causa scatenante è il surriscaldamento globale.
A tremila metri di quota, riporta il Corriere, la colonnina del mercurio segna 10 gradi, lo zero termico si colloca a oltre i 4.500 metri e la temperatura minima di questi giorni è stabilmente positiva. Significa che l’intero ghiacciaio vive giorno e notte in una condizione di scioglimento.
Così, conclude Corriere, si spiega l’arretramento del ghiacciaio, che è arrivato a registrare una diminuzione di circa 5-6 metri l’anno, con un assotigliamento dello spessore di circa 2-3 metri. Tutte cifre che portano il Comitato glaciologico italiano a stimare indicativamente l’anno di morte del ghiacciaio al 2050.