Dal 2008, l’Assemblea Generale dell’Onu ha riconosciuto ufficialmente l’8 giugno come data della Giornata Mondiale degli Oceani, con una risoluzione datata dicembre 2008. Una celebrazione volta a sensibilizzare la tutela e la valorizzazione degli oceani, ma anche per monitorizzarne la salute.
Il tema delle celebrazioni di quest’anno è la “Rivitalizzazione: azioni collettive per l’oceano”. Per l’Onu, l’obiettivo è “creare un nuovo equilibrio con l’oceano che ha una generosità inesauribile e non smette di rinnovare la sua vitalità”.
In questo senso, rivitalizzare, si riferisce al dramma più evidente per gli oceani, ovvero quello della plastica. Delle vere e proprie isole di rifiuti di plastica si sono formate e galleggiano negli oceani, rappresentando un pericolo per flora e fauna marina.
Secondo lo studio pubblicato su Global Change Biology e riportato dal Corriere della Sera, sulla superficie degli oceani si trovano 51 trilioni di microplastiche: frammenti piccolissimi, spesso invisibili a occhio nudo, che sono il risultato della degradazione delle diverse plastiche disperse in acqua.
Ma non solo la plastica: un altro problema che affligge le nostre acque è la pesca. Sempre più preoccupante è la pesca eccessiva e l’impoverimento delle risorse ittiche a causa del prelievo troppo ravvicinato di pesci. Insieme a loro, anche il petrolio, le cui perdite negli oceani possono causare conseguenze devastanti per la catena alimentare.