Vincenzo De Luca ha presentato a fine maggio il suo nuovo libro “La democrazia al bivio. Tra guerra, giustizia e palude burocratica”. Un volume che riprende i temi del destino della democrazia, immersa nelle sfide degli ultimi tempi.
Nel suo nuovo libro, il governatore della regione Campania denuncia la necessità di rinnovamento radicale della democrazia, senza il quale sembrerebbe destinata al tramonto, perché: “Tutti gli elementi che nella cultura politica classica caratterizzano le democrazie liberali sono saltati: dal fondamentale equilibrio dei poteri, al livello di efficienza e di capacità decisionale, ormai inadeguate ai tempi dell’economia e del mutamento sociale e tecnologico”, si legge.
Un percorso che vede la democrazia al bivio, soprattutto a seguito dell’inizio del conflitto in Ucraina e il conseguente sconvolgimento degli equilibri internazionali, per cui De Luca prospetta “Una svolta storica. Ricostruire la pace in un mondo multipolare, difendendo le ragioni e le condizioni della nostra sicurezza; senza cadere in una nuova guerra fredda, ma costruendo i presupposti per una nuova stagione di pace: è una sfida enorme, dalla conclusione non scontata”.
Nel corso della sua presentazione napoletana, ha fatto un excursus sui temi trattati, con tutte le varie riflessioni del suo passato da filosofo e dell’attualità del Mezzogiorno. Le grandi questioni del libro, dice, sono due: “la prima è il destino della democrazia; la seconda è l’unificazione di un soggetto politico rappresentante il mondo progressista”.
E ha concluso: “Nel frattempo, è scoppiata la guerra in Ucraina ed è diventata inevitabile una riflessione anche su questo tema: abbiamo assistito per 2-3 mesi a una sorta di obbligo di pensiero unico che mi pare totalmente inaccettabile”.
