Il ministro Cingolani, in partenza per il G7 dei ministri del clima, ha rilasciato un’intervista a La Stampa, con focus sulla crisi energetica e sulle sanzioni alla Russia.
L’Europa, all’inizio del conflitto, era partita con l’idea di bloccare l’importazione di petrolio e gas russi, ma ora “Quello a cui potrà arrivare è soltanto un compromesso”, ha detto Cingolani. Tra i paesi gli accordi che sembravano vicini non arrivano: “La questione è estremamente complessa, il punto di vista di chi dice che una sanzione non dovrebbe danneggiare chi la fa più di chi la subisce è comprensibile”.
E continua: “Si tratta di un problema etico. Sappiamo che il pil della Russia è basato sull’export di energia: la commissione troverà una via d’uscita, che comunque dovrà essere un compromesso”.
Tuttavia, ancora l’Italia acquista dalla Russia: “L’Italia sta facendo ciò che nessun paese europeo è riuscito a fare: in poche settimane abbiamo concordato una diversificazione e ci siamo assicurati 25 miliardi di metri cubi di gas che nel 2024 sostituiranno i 29 miliardi importati dalla Russia. Nel frattempo proseguiamo la rotta della decarbonizzazione con obiettivo di riduzione al 55%”.
Se la Russia, invece, chiudesse i rubinetti: “Vuol dire iniziare il prossimo inverno con un deficit di gas negli stoccaggi. Ma dobbiamo tenere conto che anche la Russia dovrebbe riorganizzare il suo export molto rapidamente”.
Infine, una previsione sulle rinnovabili: “Tra due anni ci mancheranno 29 miliardi di gas russo, che sostituiremo con i 25 miliardi da altri paesi: il resto lo facciamo con le rinnovabili sulle quali abbiamo accelerato con un piano senza precedenti”.