Francesco Caio, Amministratore Delegato di Saipem, ha annunciato che la società è al lavoro per accelerare i tempi per il lancio di aumento di capitali a due miliardi e che a fine mese è attesa la firma per la vendita del drilling onshore.
Una strada che l’Ad intraprende insieme al direttore generale Alessandro Puliti. Ora prossimo step è fissato per il 17 maggio, con l’assemblea degli azionisti che, precisa Caio: “Dovrà affidare al consiglio la delega per far partire la ricapitalizzazione”.
Durante l’intervista rilasciata al Sole 24 Ore Caio è tornato sui problemi del risk management: “Bisogna ricordare che negli ultimi 6 anni questa azienda ha accumulato quasi 5 miliardi di perdite e si trova a competere in un contesto in rapidissima evoluzione e con una organizzazione in cui il centro aveva delegato molto alle divisioni”.
“Abbiamo inserito una soglia di 250 milioni rispetto a una situazione in cui le divisioni avevano libertà di manovra per commesse fino a un miliardo: ora, se superano la nuova asticella, vanno riviste al tavolo del vertice aziendale e, in alcuni casi, anche il cda può avere visibilità e un monitoraggio più stretto” ha dichiarato.
Poi, un passaggio sull’eolico offshore: “Siamo andati a prendere impegni molto più onerosi del valore della commessa avendo di fronte non il nostro tradizionale cliente, la compagnia oil&gas, ma cordate fatte soprattutto da investitori finanziari che hanno un interesse legato a un ritorno sul capitale investito, a fronte di un contratto, e un budget finito”.
Sui due contratti, che abbiamo portato in evidenza nella backlog review, adesso abbiamo l’opportunità di completarli cercando di minimizzare il danno e lavorando con i clienti per una gestione il più ragionevole possibile di questi rischi. E i risultati sono incoraggianti e per il futuro ci stiamo poi attrezzando con la prospettiva di un partenariato con forme che non scarichino il rischio tutto sulle spalle di Saipem.
Di seguito, in merito al lavoro del governo sulla diversificazione energetica, Caio ha espresso: “Sono molte le opportunità che possono vederci in prima linea. Saipem sviluppa già attività in giro per il mondo sul fronte della rigassificazione, della liquefazione e delle condotte. L’opportunità è di avere la possibilità di sviluppare dei rigassificatori di taglio più piccolo e facilmente implementabili, realizzabili in tempi più rapidi in numerosità diversa per consentire all’Italia e agli altri paesi di potersi approvvigionare e di avere accesso a fonti alternative”.
Infine, un passaggio sulla situazione in Ucraina e sulla guerra da parte di Puliti: “Il nostro approccio è semplice e lineare: intendiamo lavorare in perfetto accordo con il quadro sanzionatorio che indica una deadline precisa per l’interruzione delle operazioni attive e ci stiamo organizzando per portare a termine le nostre attività di Russia all’interno di questa cornice.
“Saipem è una realtà internazionale che opera su geografie diverse e con clienti diversi. Esiste già da tempo un quadro sanzionatorio e i nostri contratti già contenevano clausole che prevedevano l’escalation delle sanzioni”.
L’ad Caio, conclude con la prospettiva di una nuova Saipem: “L’impostazione di una nuova Saipem, cominciata già a ottobre scorso, si basa su tre grandi priorità. La prima è quella di tornare alla profittabilità nel nostro business tradizionale, quello dell’oil&gas che ha già dato risultati non solo nel quarto trimestre 2021 ma anche nel primo di quest’anno”.
“Poi dobbiamo aumentare la velocità della transizione energetica puntando su soluzioni come gli impianti modulari o la robotica, molto interessanti anche dal punto di vista prospettivo. E, infine, c’è il fronte forse più sfidante: il cambio di passo nella cultura aziendale che, facendo leva sulle competenze tecnologiche indiscutibili, porti anche a un approccio diverso di orientamento al cliente, di gestione dei costi molto più spartana e di una gestione del rischio condivisa tra funzioni aziendali”.
