La presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola ha fatto visita in Italia in questi giorni, incontrando il capo dello stato Sergio Mattarella e i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati.
Sui temi più caldi dell’attualità, Metsola ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, spaziando dalla situazione dell’Ue fino alla guerra e alle relazioni internazionali e chiedendo di “Usare questa crisi, per creare finalmente l’Unione dell’energia”.
Sull’attuale funzionamento a livello UE, la presidente sostiene: “È un banco di prova per l’Europa, dopo anni nei quali abbiamo preferito non agire. Ora non c’è alternativa a riconoscere insieme che non siamo stati in grado di prevedere una guerra in Europa e che abbiamo bisogno di politiche comuni della difesa, dell’energia e della sanità”.
E sul Parlamento Ue: “Il Parlamento è riuscito a far sì che ci sia più equilibrio legislativo nel processo decisionale dell’Unione. Se oggi l’Europa ha un atteggiamento diverso rispetto ad altre crisi, è anche grazie a un Parlamento che è stato coraggioso e ha saputo interpretare il mandato democratico dei cittadini”.
E sul futuro dell’Europa, si parla anche di Ucraina: “Ogni Paese che condivide i nostri valori e principi e guarda all’Europa come a casa sua, deve trovarci pronti ad accoglierlo. Lo vediamo con gli attuali Paesi candidati. Ma dico anche che un Paese dove il 97% vuole aderire all’Ue e combatte una guerra con quel sogno in testa, non può essere respinto e debba avere la possibilità di andare avanti passo per passo”.
Mentre sulle forniture dalla Russia, dichiara: “Le sanzioni sono sempre difficili da adottare. Ciò che abbiamo fatto finora è senza precedenti. Il Parlamento europeo è stato il primo a dire che dobbiamo raggiungere una dipendenza energetica zero dalla Russia e dev’essere la nostra priorità, poiché la Russia ha sfruttato troppo a lungo divisioni potenziali fra di noi”.
Infine, sulla fornitura di armi pesanti all’Ucraina, dice: “L’Ucraina sta lottando in Europa per la sua sovranità e integrità territoriale. Se un Paese in quella situazione ci chiede aiuto, sapendo anche che se quell’aiuto non arriva c’è il pericolo che Paesi nostri alleati siano sotto minaccia, allora la mia risposta è decisamente sì”.