Tra elezioni francesi e crisi della globalizzazione, l’ex Ministro Giulio Tremonti è intervenuto sui temi più caldi dell’attualità con un’intervista rilasciata ad Annalisa Chirico.
Iniziando dalla chiamata alle urne per le elezioni francesi, tra Macron e Le Pen, Tremonti risponde secco “Sicuramente non voterei Le Pen, ma avendo conosciuto i grandi del passato avrei enorme difficoltà a considerare i turisti di oggi”.
Nella situazione attuale, con la guerra in corso, oltre la metà degli elettori francesi ha espresso un voto antisistema, sintomo di voglia di cambiamento: “La fine della guerra non segnerà la fine del disordine. È la fine dell’utopia e il ritorno della geografia. La storia è tornata con gli interessi arretrati” ha dichiarato Tremonti.
E la guerra si riflette anche sull’economia europea e per l’Italia la stagflazione sembra uno scenario concreto. Per Tremonti non è solo la guerra: “Si è rotto il meccanismo globale e le cause del disordine sono antecedenti alla guerra. Le asimmetrie attuali sono causate dalla caduta dell’ordine globale. Abbiamo insieme inflazione e recessione e non disponiamo di strumenti adatti a fronteggiare la crisi”.
Tra conflitto e virus ancora presente, il mondo sembra ancora diviso, con l’Europa che per contare ha la necessitò di stare unita: “Credo di aver sostenuto con successo posizioni europeiste. Ma la vera domanda è da che parte sta l’Europa, ovvero i fantasmi di Bruxelles”.
Infine, una battuta su Draghi e sulla sua “Vogliamo la pace o il condizionatore”. “Non è la frase che avrebbe usato Churchill, la frase ricorda piuttosto Maria Antonietta. Qui il problema non è che finisce il gas, ma i soldi per pagarlo”.