Con un’analisi sull’export del vino, realizzata dall’Ufficio Studi SACE, emerge come questo settore continui a rappresentare – nonostante le difficoltà degli anni di pandemia – un comparto dalle grandi performance.
Si nota, infatti, che il vino rappresenta un quarto dell’export del settore agroalimentare italiano, con le vendite all’estero sono continuare a crescere anche nel 2021 con un incremento del 12,4% rispetto all’anno precedente (per un valore di €7,3 miliardi).
L’Italia infatti – riporta Sace – si riconferma fra i primi Paesi esportatori, sia in termini di volume che di valore. Il posizionamento dell’Italia beneficia di una consistente crescita dei consumi di vino, come ad esempio per il mercato degli Stati Uniti, ma anche Cina e Giappone, dove il valore delle vendite di vino italiano è già abbastanza rilevante, ma non al pieno delle potenzialità.
Secondo questa analisi, a fare da effetto trainante del posizionamento italiano sono le specializzazioni regionali e le peculiarità del territorio per cui l’Italia vanta numerosi riconoscimenti di qualità. In particolare, per valore, nel 2021 è stato il vino veneto quello che più di altri ha varcato i confini nazionali.
Infine, un’analisi anche sugli effetti della Guerra Russia-Ucraina. Gli impatti del conflitto hanno avuto riflesso nel settore del vino, sia da un punto di vista di approvvigionamento di materie prime sia da un punto di vista energetico. Le ripercussioni oggi si iniziano a intravedere, ma sarà la durata del conflitto a determinare la vera portata dei suoi effetti.