La crisi energetica in Europa, accompagnata dal conflitto russo in Ucraina, rende attuali anche progetti a lungo sopiti. Infatti, si è tornato a parlare – e a investire con Enel – sul rigassificatore di Porto Empedocle, presentato 18 anni fa e ormai fermo da sette.
Se l’obiettivo è quello di raggiungere l’indipendenza dal gas russo in tempi rapidi, non serve solamente far arrivare gas metano da altri paesi, ma anche fornire di nuovi rigassificatori il Paese.
Su questa linea – riporta Libero – il governo nei giorni scorsi ha incaricato Snam di procurare due rigassificatori galleggianti, ma continua a persistere il problema delle autorizzazioni.
Nelle azioni, è stato l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, ad annunciare la ripresa del progetto del rigassificatore di Porto Empedocle, con un investimento di circa un miliardo.
L’obiettivo è quello di “Attrezzare la Sicilia a ricevere navi gasiere e dare flessibilità di fornitura di gas. Il ruolo del Mezzogiorno per la sicurezza energetica italiana ed europea”. ha dichiarato Starace.
Ma l’Italia non è l’unico Paese in difficoltà: in un’intervista precedente, al Financial Times, l’AD di Enel aveva rimarcato che “L’UE avrebbe dovuto gestire la propria dipendenza dai carburanti, in particolare dal gas”, e ha puntato l’attenzione proprio sui rigassificatori.