Attualità e politicaInternazionale

Bremmer: “Mosca deglobalizzata, la Cina in equilibrio precario”

In un periodo di crisi internazionale e con la guerra tra Russia e Ucraina che la fa da padrone, a commentare gli equilibri mondiali è intervenuto Ian Bremmer, analista politico e fondatore di Eurasia Group, uno dei più influenti think tank di Washington.

Nel complesso della guerra in Ucraina, Bremmer ha rilasciato un’intervista a Repubblica, in cui ha parlato delle complesse relazioni tra Cina e Russia. Nonostante i rapporti amichevoli tra le parti e l’apertura alla cooperazione, secondo l’analista “Non si legge una volontà di Pechino di aiutare più concretamente i russi: quanto il riaffermare da che parte sta, anche in vista del vertice Ue-Cina. Ribadire l’allineamento strategico con Mosca nella loro ottica contribuisce a bilanciare il potere degli Stati Uniti”.

Per Bremmer, la posizione della Cina è quella di un equilibrismo: “I cinesi non sono neutrali. A parole dicono di essere ugualmente amici di russi e ucraini e di voler facilitare il processo di pace. Ma sono totalmente pro-russi. I loro social e la tv rilanciano le fake news di Mosca, tutto fa temere che i cinesi vogliono aiutare i russi. Eppure, finora non l’hanno fatto”.

Secondo l’analista: “È nel loro interesse evitare un conflitto diretto con gli Stati Uniti. Hanno problemi interni seri: la crescita rallentata, i numeri del covid salgono, il loro vaccino non funziona. Xi è convinto che gli americani vogliono contenere la Cina in Asia come i russi in Europa. Ma non vuole farsi mettere all’angolo come Putin. Non possiamo aspettarci che condanni la Russia, ma nemmeno che rischi tutto per un alleato fragile, dalla cui debolezza può in futuro trarre vantaggio in termini di influenza geopolitica.”

Sulle prospettive, Bremer sostiene che “La guerra fredda fra Occidente e Russia potrebbe trasformarsi in calda. Ma a prescindere, Mosca è tagliata fuori dalla globalizzazione. Anche in caso di pace gli europei spenderanno di più in armamenti e dipenderanno sempre meno dal gas russo: fin quando Putin è al potere, non si torna indietro. Con la Cina è diverso. Rompere il rapporto con loro porterebbe a una biforcazione delle economie globali”.

Infine, una considerazione sulla questione della fine della globalizzazione: “Almeno è l’inizio della fine. I cinesi oggi compreranno più cibo e gas russi, ma i legami commerciali con l’Occidente, il bisogno di interazione reciproca restano indiscutibili. Già questa guerra porterà più fame nel mondo. Peggiorare ulteriormente i rapporti con la Cina avrebbe un costo enorme per tutti”

Redazione

 

 

Articoli Correlati

Lascia un commento

Back to top button
Do NOT follow this link or you will be banned from the site!