Una delle molteplici conseguenze nel nostro Paese della guerra in Ucraina, sta toccando l’industria del food. Secondo quanto riportato da Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, le scorte di olio di semi di girasole potrebbero finire nel giro di un mese.
A scatenare la crisi delle forniture – riporta Repubblica – è stata la guerra in Ucraina, Paese che con la Russia è il maggior produttore al mondo di olio di girasole. Ma dall’inizio del conflitto l’Ucraina ha interrotto le esportazioni a causa della perdita di accesso al mare e fino a qualche giorno fa anche l’accesso via terra.
L’Italia è strettamente dipendente dall’olio di girasole dell’Ucraina: infatti, secondo i dati Istat, nel 2021 il nostro Paese ha acquistato da Kiev quasi la metà dell’olio che ha importato, per un giro d’affari da 287 milioni di euro.
Una mole di prodotto che serve a mandare avanti non solo l’industria alimentare e tutta la catena di hotel, ristoranti e catering, ma anche all’industria oleochimica ed energetica e ai nostri allevamenti perché i preziosi semi del girasole vengono utilizzati pure per produrre mangimi.
Un possibile sostituto dell’olio di girasole è rappresentato dall’olio di palma, il cui uso è stato fortemente ridotto dopo molte campagne di sensibilizzazione contro i suoi presunti effetti nocivi sulla salute, ma a oggi non ci sono indicazioni per dire che l’olio di palma sia nocivo.