Nel periodo più grave di crisi energetica, la dipendenza italiana dal gas russo è stata fonte di preoccupazione, ma soprattutto, è ora tema di revisione.
Ne ha parlato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ai microfoni di Agorà extra su Rai3. L’importazione del gas dalla Russia è cospicua: “Importiamo 29 miliardi di metri cubi di gas, circa il 40%”.
Sono risorse che vanno sostituite: “Entro la primavera circa 15-16 miliardi saranno rimpiazzati da altri fornitori, ne rimangono la metà. Ci stiamo lavorando con impianti di rigassificatori. Per renderci indipendenti dovrebbero bastare 24-30 mesi” ha dichiarato Cingolani.
E sulla situazione europea commenta: “L’Europa importa il 46% di gas dalla Russia. Dipendere da un solo Paese è però un errore, alcune nazioni europee hanno scelto un mix energetico, noi in Italia abbiamo solo il gas e le rinnovabili e questo ci rende più deboli”.
Ma il piano del ministro per il futuro del nostro Paese è chiaro: “La nostra strada è tracciata e il piano di autosufficienza energetica c’è. Bisogna accelerare tantissimo sulle rinnovabili a breve termine, potenziare la nostra capacità di rigassificare e anche tutte altre sorgenti, penso ai carburanti sintetici, al biometano, e all’idrogeno”.
Infine, riguardo l’ipotesi di riapertura delle centrali a carbone per affrontare la crisi energetica il ministro ha escluso che saranno riaperte quelle chiuse: “Parliamo solo di quelle centrali, come Civitavecchia e Brindisi che sono ancora in funzione e si potrebbero mandare a pieno regime. Non riapriamo le centrali chiuse perché l’impresa non varrebbe la spesa”.